FABRIANO – Approvata all’unanimità dalla prima commissione consiliare regionale la proposta di legge presentata “Riconoscimento, promozione e valorizzazione di Fabriano come città della carta e della filigrana”. Prima firmataria, la consigliera della Lega, la fabrianese Chiara Biondi. Attraverso questo Pdl si promuove l’identità regionale come espressione di inventiva, cultura e maestria simboleggiate dalla carta fatta a mano, soprattutto quella filigranata. Oltre a Fabriano, nel circuito dei luoghi la cui storia è stata segnata dalla produzione cartaia ci sono anche Ascoli Piceno, Pioraco e Castelraimondo.
«La notorietà conquistata dalle Marche nell’ultimo secolo con la produzione industriale deve molto all’intraprendenza e all’inventiva che Fabriano ha trasmesso fin dal medioevo. La carta è stata a lungo l’oro delle zone montane. Credo che abbia ancora tutte le carte in regola per rappresentare una miniera di nuove opportunità», spiega la consigliera della Lega che non manca di ringraziare la maggioranza di centrodestra per la condivisione unanime del progetto così come la concittadina e relatrice di minoranza del M5S Simona Lupini e tutti coloro che, nel tempo, si sono spesi per arrivare a questa importante legge regionale che contribuirà in modo fattivo e concreto a supportare la candidatura per l’inserimento della carta filigranata nell’elenco dei beni immateriali tutelati dall’Unesco.
«Sarebbe il primo riconoscimento delle Marche in questo settore delle tutele Unesco il che potrebbe avere ricadute importanti per Fabriano, il suo comprensorio e la regione tutta», aggiunge Chiara Biondi. «Attraverso la legge regionale di cui sono firmataria potremo lavorare in modo organico e di prospettiva per massimizzare questo risultato sia in termini di notorietà che di sviluppo culturale, turistico e imprenditoriale. L’eccellenza frutto di creatività e manualità difficilmente riscontrabili altrove è l’asset principale dell’economia italiana e marchigiana: perché non puntarci? Attraverso questa legge metteremo in rete comuni marchigiani legati alla storia, alla cultura e alla tradizione della carta per promuovere studio e apprendimento delle tecniche di produzione in parallelo alla costituzione di nuovi laboratori artigianali e alla rivitalizzazione di luoghi ed edifici legati all’archeologia industriale. Tutti elementi che portano verso una direzione unica: creare lavoro con l’economia della cultura», conclude.