FABRIANO – «Ancora una volta, come le precedenti imprese hanno dimostrato non siamo di fronte a uno sforzo agonistico fine a sé stesso, ma a un atto di solidarietà, concreto e necessario, con la speranza che si propaghi all’infinito raggiungendo il cuore delle persone», con queste parole il poliziotto di Fabriano, Raniero Zuccaro, ha concluso la mattinata organizzata dall’Amministrazione comunale in Biblioteca per celebrare l’ennesima impresa che nell’ottobre scorso l’ha visto percorrere cento chilometri a piedi nel deserto del Sahara per i bambini poveri del Perù, sostenendo la missione nel paese sudamericano delle Suore cappuccine di Madre Rubalto che assistono i piccoli più sfortunati.
L’iniziativa benefica si è chiamata “Lasciamo l’impronta per i bambini del Perù”, e si è svolta dall’8 al 13 ottobre scorsi. Un’esperienza emozionante e toccante: cento chilometri a piedi dall’oasi di Ksar Ghilane all’oasi di Douz; un percorso avventura per runners e walkers sulle dune del Sahara durato 6 giorni e 5 notti.
«Il caldo torrido al mattino, il freddo la sera, la fatica, il mal di piedi, le tempeste di sabbia. Nonostante le difficoltà nulla ha fermato i partecipanti dal raggiungere il traguardo della solidarietà: trovare i fondi necessari per mettere in funzione un laboratorio di sartoria per la casa famiglia nel villaggio di Pucallpa, e quindi garantire la sopravvivenza alle ragazze-madri che abitano in questi luoghi», ha raccontato Zuccaro che ha riunito oltre trenta runners provenienti da Fabriano, Cingoli, Fano, Marotta, Senigallia e tante altre città d’Italia, compresi alcuni di fuori confine nazionale, per completare il servizio di fratellanza e assistenza che nelle precedenti missioni, come Milano-Milazzo in bicicletta e Ancona-Croazia in canoa, hanno permesso di costruire in Perù anche strutture didattiche.
«È stata un’esperienza meravigliosa. Sembra che nel deserto non ci sia nulla poi camminando ti emozioni. Nonostante la fatica e le difficoltà non c’è mai stato un lamento. C’è stato un grande spirito di gruppo. La sera, prima di andare a dormire nelle tende, ci riunivamo intorno al fuoco con indosso le magliette dell’iniziativa e cantavamo tutti insieme, anche con gli spagnoli».
La preparazione e gli allenamenti per affrontare l’impresa sono durati un anno e il gruppo si è cimentato in prove di ambientamento e adattamento alla forte escursione termica che in Tunisia sulle dune del Sahara, passa dai circa 40° di giorno ai 10-12° di notte.
Il poliziotto di Fabriano non ha alcuna intenzione di fermarsi e potrebbe cimentarsi in altre imprese agonistiche a sfondo benefico, «cercando sempre di tener presente l’obiettivo, aiutare i meno fortunati».