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A tu per tu con Giovanna Merloni, Biersommelier d’Italia

L'intervista alla titolare di IBEER Birrificio Agricolo Fabriano, all’indomani del suo primo posto al Campionato italiano e con uno sguardo all'appuntamento mondiale. «Come tutte le grandi storie d'amore, anche la mia passione per la birra nasce per caso»

Giovanna Merloni

FABRIANO – Giovanna Merloni a cuore aperto. All’indomani del suo primo posto al Campionato italiano dei Biersommelier Doemens, ci racconta di come questo traguardo sia il coronamento di un sogno. Tra le sue parole, una ventata d’aria fresca per tutti coloro che hanno un sogno in tasca ma troppi dubbi e timori per farlo vivere e brillare. Giovanna Merloni è titolare di IBEER Birrificio Agricolo Fabriano.

Cosa significa per lei questo prestigioso primo posto che la porterà anche a rappresentare l’Italia al Campionato mondiale dei Biersommelier?
«È un grande onore per me poter rappresentare l’Italia al campionato mondiale dei Biersommelier. Il vero onore è, probabilmente, essere arrivata io a questo traguardo, superando prove che pensavo fossero per me inaccessibili, e ottenendo dei risultati migliori di quanto avessi mai potuto sperare. La vittoria è stata con me stessa, perché sono riuscita a raggiungere un obiettivo importante vincendo ogni mio dubbio e ogni mia paura».

Giovanna Merloni

Un punto di arrivo o un nuovo punto di partenza?
«Sempre di partenza, non si arriva mai del tutto, ma si deve sempre andare oltre per superare i propri limiti».

Potrebbe darci qualche piccolo segreto per degustare al meglio una birra e capirne il valore?
«Sicuramente il primo consiglio che posso dare è quello di seguire i propri sensi, di solito la prima impressione è quella giusta, se una birra ci piace al primo sorso, è una buona birra. È ovvio poi che esistono delle vere e proprie tecniche per affinare il palato e l’olfatto e saper distinguere varietà e stili di birre differenti. Di base, comunque, il primo approccio per degustare il prodotto, è assaggiare la birra, chiudere gli occhi, e provare a percepire le sensazioni che ci fornisce al palato».

Come si è appassionata al mondo della birra, così tanto da renderla protagonista della sua carriera lavorativa?
«Come tutte le grandi storie d’amore, anche la mia passione per la birra nasce per caso. Dopo un primo approccio al mondo del vino, ho iniziato a produrre birra in casa, così, per semplice curiosità e divertimento e nel giro di poco tempo la curiosità ed il divertimento sono cresciuti in maniera talmente esponenziale che ho preso una decisione molto importante, quella di aprire un microbirrificio. Successivamente, ho intrapreso un percorso rigoroso di studi, per perfezionarmi sia come produttrice che come degustatrice e sono approdata, su consiglio di un grande amico, alla Doemens di Monaco di Baviera, la scuola che mi ha formato e che mi ha consentito di diventare biersommelier».

Lei è un punto di riferimento per molti giovani che stanno seguendo un progetto o inseguendo un sogno che si differenziano dalla propria storia familiare, ha consigli e suggerimenti da dare?
«Il primo suggerimento che posso dare a tutti è di non ignorare mai i propri sogni e i propri interessi, perché a volte, da passioni inaspettate nascono idee vincenti. Il secondo consiglio che mi sento di dare è di essere coerenti. Una volta individuati i propri obiettivi, bisogna perseguirli, con costanza, anche se ci sono alcuni momenti di scoraggiamento, o di noia o di intangibilità. Il terzo ed ultimo consiglio è molto pratico: gli obiettivi devono essere concreti, raggiungibili, misurabili. Non ha senso focalizzarsi su mete irraggiungibili e poi abbandonare il cammino a metà dell’opera. Ha senso, invece, scegliere qualcosa di più contenuto e lavorare per ottenerlo. I cambiamenti di rotta sono a volte necessari ma solo per arrivare meglio ai propri traguardi».

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