FABRIANO – “Regala qualcosa di rosso” è lo slogan del progetto che gli studenti del Liceo Artistico Mannucci hanno adottato per promuovere l’azione umanitaria e benefica che l’Avis di Fabriano e più in generale quella provinciale stanno portando avanti da decenni in favore della collettività. Proprio il presidente provinciale dell’Avis, Romano Zenobi, il segretario Roberto Pierpaoli, i consiglieri Moreno Verdolini (anche vicepresidente del Consiglio d’Istituto del “Mannucci”) e Luciano Bano, pure in veste di presidente dell’Avis di Fabriano, hanno incontrato gli studenti del Liceo Artistico. Sono stati ricevuti dalla dirigente Patrizia Rossi e dal professore Massimo Battenti, che insieme alla collega Andrea Antolini, hanno lavorato al progetto in cui si inserirà l’altra insegnante Leda Burzacca, consegnando agli allievi una preziosa strumentazione atta ad arricchire il laboratorio di ripresa e montaggio delle immagini dei video tematici realizzati in favore dell’Avis, in questo caso e, più in generale per rendere sempre più completa la didattica.
Due seconde, una terza e la quinta classe multimediale hanno prodotto diversi spot di trenta secondi, grafica per un fumetto da trasformare in video, loghi per magliette e cartoline da veicolare nei social media di ultima generazione, ma anche semplicemente da trasmettere via mail o negli intervalli dei film nei cinema. Far capire che donare il sangue salva la vita e migliora la propria, cercare di trasmettere alle nuove generazione l’importanza di un gesto così nobile e disinteressato è stato il “filo rosso” che ha unito tutti questi efficaci spunti creativi dei giovani allievi. Un cuore in mano, il disegno di un super eroe, bellissime riprese video di animali, una app a forma di calcolatrice da usare nei cellulari di ultima generazione sono state, tra le tante altre, le immagini presentate con il coordinamento del professor Battenti.
«Conoscere meglio l’Avis, favorire la cultura della donazione – hanno detto Rossi e Battenti – non è soltanto una soddisfazione per l’Associazione, ma lo è anche per la scuola e i ragazzi che vedono premiato l’impegno creativo tangibilmente con la elargizione di attrezzature molto necessarie alla loro didattica». E qui, purtroppo, è stato emblematico l’esempio portato da Verdolini. «Nelle Marche abbiamo raggiunto l’autosufficienza e questo fattore ci ha permesso di affrontare al meglio un evento tragico come quello di Corinaldo, avendo subito pronte le scorte necessarie».
Se il sangue salva la vita e serve per stare meglio è doveroso però applicarsi nell’arruolare nuovi donatori, in particolare giovani, che oltre a favorire il ricambio generazionale, possano essere testimonial di primaria importanza per veicolare questo importante messaggio.