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Whirlpool: riorganizzazione nel settore Sviluppo e Ricerca. Fiom preoccupata

A Fabriano interessa alcuni enti dello stabilimento di Melano e gli uffici di via Lamberto Corsi e di via Campo Sportivo: complessivamente un centinaio di dipendenti. Un’azione da imputarsi agli sconvolgimenti economici riconducibili alla pandemia da covid-19

Whirlpool

FABRIANO – La Whirlpool annuncia la riorganizzazione globale del G.P.O. (Global Product Organization), l’ente globale di sviluppo e ricerca è sempre stato considerato strategico e sul territorio di Fabriano interessa alcuni enti dello stabilimento di Melano e gli uffici di via Lamberto Corsi e di via Campo Sportivo, complessivamente un centinaio di dipendenti. Un’azione che, secondo la multinazionale americana, è da imputarsi agli sconvolgimenti economici riconducibili alla pandemia da covid-19. Molto preoccupata la Fiom, in particolare il responsabile del fabrianese, Pierpaolo Pullini.

«La comunicazione di un aggiornamento strutturale dei costi fissi con riduzione del 15-20% a livello globale, suscita sicuramente forti preoccupazioni in quanto è probabile che una parte di questi ricadano poi sul personale, con conseguenti ripercussioni occupazionali anche in tutta l’area Emea, compresa l’Italia. Sono quindi prevedibili azioni simili anche sugli altri enti e nel resto dell’azienda in generale. La Fiom di Ancona esprime profonda preoccupazione per le ricadute che il ridimensionamento del settore Sviluppo e Ricerca potrà avere su tutte le altre funzioni e sugli stabilimenti. Si rendono indispensabili scelte in controtendenza con quelle fatte fino a oggi che tengano conto del valore aggiunto che possono dare professionalità qualificate e non solo considerare il lavoro come un semplice costo fisso», evidenzia Pullini che ricorda, inoltre, come i rimbalzi produttivi per lo stabilimento di Melano di questo mese, 20mila piani cottura elettrici in più rispetto al preventivato, «siano positivi per le dinamiche aziendale e anche perché rappresentano ulteriore lavoro per le tute blu e, quindi, meno cassa integrazione, ma non ci danno alcuna garanzia in prospettiva».

Legare, dunque, i soldi pubblici che saranno stanziati dal Governo, al vincolo per le imprese di rimanere in Italia, «senza che sia permesso alle multinazionali di continuare a depauperare il patrimonio industriale del Paese. È indispensabile riprendere al più presto la discussione a livello nazionale con la presenza del Governo per la vertenza di gruppo e aprire subito un confronto su tutto il settore dell’elettrodomestico, esposto pesantemente alla crisi derivante dall’emergenza sanitaria, che rischia di diventare emergenza industriale, occupazionale e sociale», conclude Pullini.