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Bilancio: terzo atto della diatriba fra opposizioni e maggioranza di Fabriano

«Dopo aver preso atto delle giustificazioni addotte dal sindaco sul mancato rispetto dei termini previsti dal regolamento comunale per la convocazione del Consiglio sull'approvazione del bilancio non possiamo che esprimere la più profonda tristezza». Questo l’incipit del terzo atto da parte dei gruppi di opposizione: Pd, Scattolini-Lega-Fdi, Fi e Associazione Fabriano Progressista

Da sinistra a destra: Francesco Spedaletti, Francesco Ducoli, Olindo Stroppa, Vanio Cingolani e Giovanni Balducci

FABRIANO – «Dopo aver preso atto delle giustificazioni addotte dal Sindaco sul mancato rispetto dei termini previsti dal regolamento comunale per la convocazione del Consiglio Comunale per l’approvazione del bilancio non possiamo che esprimere la più profonda tristezza». Questo l’incipit del terzo atto – nota unitaria dei gruppi di opposizione: Pd, Scattolini-Lega-Fdi, Fi e Associazione Fabriano Progressista – della diatriba legata alla convocazione del consiglio comunale di Fabriano per approvare il bilancio di previsione. Seduta, in calendario per il 28 marzo alle 9, e «illegittima» secondo le opposizioni per via «di non rispetto del regolamento comunale». Mentre per la maggioranza, «assolutamente corretto tutto l’iter. E le opposizioni stanno facendo attacchi strumentali e formali».

Ebbene, dopo la giornata di ieri con il botta a risposta in poche ore, è di nuovo il turno dell’opposizione. «La questione è tutt’altro che strumentale: la norma prevede termini ben precisi proprio a garanzia delle minoranze, che, di fronte ad un atto di tale complessità quale il bilancio, hanno il sacrosanto diritto di poter vagliare, integralmente e con la dovuta serenità, tutti gli atti del bilancio, compresi gli allegati obbligatori. A riprova di ciò ci preme sottolineare che la stessa Dirigente ai Servizi Finanziari si è premurata di inviare una comunicazione a tutti i Consiglieri sottolineando che, in ragione della complessità del bilancio, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti era di cinque giorni lavorativi (e non già tre come previsto in regolamento). Ciò significa che i Consiglieri di minoranza avrebbero dovuto presentare gli stessi in un tempo utile di otto giorni a partire dalla data dell’ultimo deposito della documentazione, con dimezzamento dei termini previsti da regolamento», scrivono.

Quindi, l’affondo politico. «L’amministrazione ha dimostrato un’arroganza senza pari disconoscendo le prerogative dei Consiglieri di opposizione: ebbene noi non ci stiamo a che vengano calpestati i fondamentali principi su cui si regge la democrazia e per questo non vogliamo in alcun modo legittimare – nemmeno con la presentazione di emendamenti – un Consiglio Comunale che riteniamo non solo irrituale, ma un’offesa alla libertà di espressione democratica per la nostra Città. Piuttosto che premurarsi di come si fa l’opposizione, il Sindaco e la Giunta dovrebbero imparare a governare, perché, ad oggi, ci sembra che le mancanze siano grandi e ben visibili: ci domandiamo per quale motivo non siano stati previsti, nelle numerose variazioni di bilancio, i fondi per il CAS, come fatto in tutti gli altri comuni che hanno sempre rispettato le scadenze. È indegno continuare ad attaccare una minoranza che chiede il rispetto della democrazia, imputandogli persino i ritardi che l’amministrazione ormai da mesi sta collezionando: ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, ed è evidente che in questa vicenda Sindaco, Giunta e Presidente del Consiglio ne hanno molte e gravi».