FABRIANO – Cartiere Miliani di Fabriano, Gruppo Fedrigoni, il 4 dicembre prossimo incontro a Bologna per capire le strategie future. Intanto entrano due mini commesse per la stampa di carta moneta. Una boccata d’ossigeno che, però, non sembra portare benefici in termini occupazionali e produttivi.
«Il 4 dicembre, intorno alle 10, è stato convocato un incontro fra le segreterie nazionali dei sindacati di categoria e la proprietà aziendale delle Cartiere», annunciano dalle Slc-Cgil. «Si tratta di una riunione incentrata esclusivamente sulle Miliani. «Saranno due i punti trattati: la riduzione del calo delle commesse per la produzione di carta moneta e lo sviluppo delle attività dal 2018, dunque il piano industriale. Probabile che chiederemo anche se ci sono sviluppi in merito alle eventuali trattative per la vendita del Gruppo Fedrigoni».
Un appuntamento importante, dunque, per capire se ci si trova di fronte a una nuova potenziale emergenza occupazionale o, al contrario, se l’allarme possa rientrare. La situazione, aggiornata a pochi giorni fa, recita di un ingresso di due nuove mini commesse per stampare carta moneta. Però, trattandosi di quantità inferiori alle due commesse perse – relative a un Paese Asiatico e alla decisione della Bce di dimezzare la quantità di Euro da stampare in favore di una cartiera statale francese – sostanziali benefici non se ne avranno in termini di linee di produzioni impiegate e livelli occupazionali. Infatti, i due lavori dovrebbero essere portati a compimento entro il primo trimestre del 2018 e, a quanto pare, non saranno riattivate le due linee di produzione ferme. Anche una terza linea è ormai prossima allo spegnimento dei macchinari per mancanza di lavoro.
Come detto, anche i livelli di occupazione non saranno incrementati. Sono circa 150 i dipendenti coinvolti dall’impasse produttivo. Proseguono le ricollocazioni, anche nello stabilimento di Pioraco danneggiato dal sisma del 2016 e pronto a tornare a viaggiare a pieno regime, e i contratti degli storici precari delle Miliani non sono stati ancora rinnovati.
Per quel che riguarda la vendita, si parla con insistenza di un Fondo made in Usa, ma ci sarebbero anche altre cordate imprenditoriali interessate. A dispetto dei rumor che si susseguono ormai da anni, però, ancora non c’è nulla di definito.