CERRETO D’ESI – Nuovo duro affondo del segretario del Pd di Cerreto D’Esi, Angelo Cola, nei confronti dell’attuale Amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Porcarelli. Motivo del contendere, la cultura.
«Una decina di anni fa, sindaco David Alessandroni, il Comune di Cerreto D’Esi ottenne il rientro nel proprio territorio di una importante opera d’arte. Si trattava di una Croce astile risalente alla fine del 1400 attribuita ad Antonio di Agostino da Fabriano. La croce era da decenni conservata e dimenticata dai cerretesi nei depositi della Galleria Nazionale delle Marche a Urbino», scrive Cola.
Il Comune, concordò con la Sovrintendenza, di assumersi l’onere della custodia e tutela del quadro predisponendo un idoneo locale. «Il ritorno a Cerreto D’Esi della Croce fu anche l’occasione per aprire un varco sulla coltre di nebbia che fino ad allora aveva avvolto la storia dei nostri beni culturali e sottolineare quanto male avesse prodotto l’incuria degli uomini al nostro patrimonio artistico. Grazie all’impegno degli studiosi e storici dell’arte Clerici e Donnini si tenne un convegno per fare il punto e inquadrare storicamente la produzione dell’opera oltre al giudizio artistico e iconografico della stessa. Con molto stupore il grande pubblico venne a conoscenza della notevole vivacità della nostra comunità in tutto il secolo XV, che varie Confraternite commissionarono molte opere d’arte per abbellire le nostre chiese e che purtroppo nei secoli seguenti queste opere furono disperse o peggio vendute per incuria e cupidigia».
Particolarmente grave fu la perdita negli anni Venti del secolo scorso di un polittico dello stesso Antonio da Fabriano raffigurante San Bernardino da Siena e Santa Maria Maddalena che era esposto nella chiesa di S. Maria della Piazza a Cerreto D’Esi; sempre nella stessa chiesa, fu asportato un altro trittico attribuito al Maestro di S. Verecondo, pittore attivo tra Umbria e Marche che aveva avuto rapporti precoci con l’arte di Lorenzo Salimbeni. «Cosa rimane di tutto questo? Quali stimoli ulteriori alla ricerca storica e artistica ha intrapreso il Comune? Come ci prendiamo cura del nostro patrimonio? Quanto ancora va recuperato e valorizzato? Porsi queste domande significa darsi delle sofferenze. Lo squallore regna sovrano, la croce e le altre opere recuperate sono chiuse in un locale inaccessibile, con infiltrazioni di acqua e forse mi si dice con l’impianto antifurto non in efficienza.
Il Crocefisso, l’opera artistica più cara alla devozione dei fedeli cerretesi, appoggiato a un muro della chiesa provvisoria. Tutto dimenticato, tutto abbandonato, tutto disprezzato. Mi rimane da dare un solo consiglio a Porcarelli: per favore nella ripartizione degli assessorati togliete l’assessore alla cultura. Sarebbe più giusto e meno ipocrita sancire che a Cerreto D’Esi per questa Giunta – conclude Cola – non vi è spazio per la cultura anzi, la cultura fa solo danni».