FABRIANO – Un presidio permanente fino a quando non sarà riaperto il Punto nascita e Pediatria tornerà a essere un’Unità operativa e non come adesso un semplice ambulatorio. Questo il proposito del comitato di cittadini che si batte per la salvaguardia dell’ospedale di Fabriano e che questa mattina, 23 marzo, ha organizzato una manifestazione davanti all’ingresso del presidio ospedaliero cittadino, circa un centinaio i presenti.
«Ciò che sta accadendo al Profili rappresenta il fallimento della politica. Quando si deve ricorrere alla giustizia, nello specifico al Tar, la politica abdica al suo ruolo primario. Noi diciamo no allo smantellamento del nostro ospedale», hanno detto i componenti del Comitato.
Una battaglia che andrà avanti «fino a quando non sarà garantito il nostro diritto costituzionale alla salute pubblica. Per questo da oggi daremo vita a un presidio permanente davanti all’ingresso del Profili per sensibilizzare tutti sulla necessità che il nosocomio fabrianese sia pienamente operativo e non venga, invece, smantellato pezzo per pezzo da una politica miope che è sempre pronta alle passerelle. Abbiamo bisogno di fatti concreti, basta parole e dichiarazioni di intenti. Spiace constatare l’assenza di un qualsiasi rappresentante dell’Amministrazione comunale di Fabriano. Al sindaco, Gabriele Santarelli, chiediamo di andare avanti con l’iter giudiziario fino al Consiglio di Stato se occorre. Al presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, chiediamo di non andare avanti con il progetto di ospedale unico provinciale».
A tal proposito, un appello al primo cittadino di Fabriano. «Il consiglio comunale di Fabriano ha approvato un documento con il quale si chiede l’istituzione dell’Area vasta montana. Santarelli deve battersi per il rispetto di questa deliberazione in questo momento di discussione del Piano Sanitario Regionale».
Ad accompagnare la protesta, tanti cartelloni, fra i quali, «Profili da ospedale ridotto a poliambulatorio», «La sanità è un diritto, chiudere un reparto è un delitto», «Riaprite pediatria». Una battaglia che andrà avanti «fino a quando non sarà garantito il nostro diritto costituzionale alla salute pubblica».