FABRIANO – «Una volta terminato il progetto Quadrilatero, avremo un’arteria così importante, tanto da paragonarla al Canale di Suez per la sua rilevanza strategica». Con queste parole, il presidente di Quadrilatero e rappresentante di Anas, Guido Perosino, ha concluso il proprio intervento durante il consiglio comunale aperto di ieri sera a Fabriano, richiesto dalle opposizioni per affrontare lo stallo dei lavori del raddoppio della SS. 76. Appunto, se sarà completata. Comunque, questo è il fulcro di tutta la questione, visto che i lavori sono fermi da sette mesi. Ma ad agitare gli animi anche la dura presa di posizione dei rappresentanti delle ditte subappaltatrici di Astaldi he vantano crediti pari a circa 40milioni di euro e che paventano la possibilità, se non corrisposti, di bloccare l’eventuale ripartenza del cantiere.
Era stato invitato anche il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ma all’Assise civica di Fabriano – a nome della maggioranza di Governo – ha parlato, delegata dal presidente della commissione Ambiente, Alessandro Benvenuto – la deputata del Movimento 5 Stelle, Patrizia Terzoni. Presente, per Quadrilatero e Anas, Guido Perosino, che è stato il primo a prendere la parola.
«Il nostro obiettivo è di finire la strada, ogni volta che c’è un problema con l’appaltatore, è per noi una grave difficoltà. Da qualche mese, si vivono due drammi di tipo economico-operativo: il primo è l’ennesimo default del contraente generale, ieri Btp e Dirpa, oggi della Astaldi. Siamo all’80% di lavori finiti per un’opera che, una volta ultimata, può essere paragonata – per importanza – al canale di Suez del Centro-Italia. Il 14 febbraio, ci sarà la presentazione del piano di salvataggio da parte di Astaldi ed una data importante per capire come ci si muoverà. Il secondo dramma è legato alle ditte sub-appaltatrici che avevano visto in quest’opera la possibilità di sviluppare il proprio business e, invece, hanno crediti non corrisposti per svariati milioni di euro. Certo, abbiamo il dovere morale e non solo, di fare il possibile affinché si possa pagare il debito pregresso».
Dopo l’intervento della Terzoni che ha ricordato i 160milioni di euro sbloccati dal Cipe per la Variante 6 e terzo/quarto tratto Pedemontana Fabriano-Muccia. «La volontà del Governo è quella di non recedere dal contratto con Astaldi perché si perderebbe molto più tempo per espletare l’iter per un nuovo appaltatore. Il nostro obiettivo è invece quello di riprendere i lavori quanto prima. Aspettiamo il piano. Per quel che riguarda i crediti vantati dalle ditte sub-appaltatrici, è chiaro che è una contrattazione privata nella quale la politica non può e non deve entrare».
Ma proprio su quest’ultima affermazione e sulle parole di Perosino, il rappresentante dell’Ance-Confindustria, Walter Ceccarini, è stato categorico. «Le imprese hanno lavorato bene e non sono state pagate, un problema non di poco conto. Abbiamo insieme un obiettivo: riprendere i lavori e finire la strada. Abbiamo, però, il rischio di centinaia di famiglie rimanere senza lavoro. Facciamo un tavolo con Istituzioni nazionali, regionali e locali, Quadrilatero e tutti i rappresentanti delle aziende che vantano crediti milionari, perché siano pagati, trovando insieme una soluzione. Altrimenti, semmai dovessero riprendere i lavori, noi saremo lì per impedirlo fino a quando non saranno pagati i debiti pregressi. È vero che è una contrattazione fra privati, ma la politica può, se vuole, intervenire».
Parole che hanno suscitato, la pronta reazione di Perosino. «Anas e Quadrilatero sono assolutamente disponibilissime per ricercare una soluzione a questa problematica, sicuramente uno scandalo, ma non è accettabile dire che si impedirà la ripresa dei lavori per rallentare ulteriormente la conclusione dei lavori. La politica può pensare a una soluzione straordinaria per questa problematica».
Si comprende ora, quindi, la riunione definita “carbonara” fra le Regioni Marche e Umbria e le ditte subappaltatrici. Era, appunto, tesa a creare un tavolo dove cercare, con il coinvolgimento della politica, di trovare una soluzione condivisa, con l’estrema ratio del rescindere il contratto con Astaldi stessa.