FABRIANO – Il focolaio sviluppatosi all’interno della residenza protetta di Santa Caterina a Fabriano – circa il 90% degli ospiti (52 su 55) e del personale (30 su 40, ma con altri cinque in malattia), contagiati dal Covid-19 – continua a preoccupare fortemente.
«Nonostante la struttura abbia sempre osservato scrupolosamente tutte le misure per evitare i contagi e il personale si sia prodigato per curare gli ospiti con ogni premura e capacità, si è manifestato il contagio a tutti i ricoverati», evidenziano l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, insieme alla consigliere ragionale di Fabriano, Chiara Biondi, i quali hanno chiesto un intervento specifico con terapie e interventi di tipo ospedaliero, non solo per Santa Caterina, ma anche per il centro residenziale per disabili adulti Buona Novella, sempre a Fabriano, dove risultano contagiati 7 ospiti su 17.
«Gli ospiti delle case di riposo godono dell’assistenza dei medici di famiglia che, tuttavia, nonostante l’impegno non possono garantire la continuità assistenziale e terapeutica. Per questo si è deciso – scrivono in una nota congiunta Saltamartini e Biondi – che sia l’Asur direttamente a seguire i malati con protocolli farmaceutici ospedalieri».
In questa fase dell’epidemia «è fondamentale salvare le vite di persone a noi molto care, che meritano tutto il sostegno proprio in considerazione della loro fragilità. Stiamo cercando, con l’aiuto di tutti, anche del personale della cooperativa, con un intervento innovativo, di trasformare la Casa di Riposo Vittorio Emanuele II in una “quasi corsia di Ospedale” utilizzando professionalità ospedaliere rispetto alla precedente condizione, quando l’assistenza era affidata ai soli medici di famiglia. Monitoreremo costantemente la situazione e, nel frattempo, in aggiunta al personale già reperito, la Regione ha richiesto anche l’invio di medici militari», concludono l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, insieme alla consigliere ragionale di Fabriano, Chiara Biondi.
In supporto al personale non contagiato dal Coronavirus, sono giunti infermieri e medici, ma la situazione continua a essere emergenziale per questo motivo, i medici militari potrebbero contribuire alla normalizzazione del cluster e prestare le dovute cure a tutti gli ospiti.