FABRIANO – Circa 40 milioni di crediti nei confronti della Astaldi nell’ambito del progetto Quadrilatero. Costituito un comitato delle imprese creditrici che rivendicano il pagamento dei crediti e la salvaguardia dell’occupazione nelle PMI.
Confartigianato Trasporti Marche e Confartigianato Imprese hanno riunito le aziende che hanno costruito la nuova SS76, imprese che ora sono creditrici della Astaldi, che vantano alcune decine di milioni di euro e che hanno dovuto mettere in mobilità quasi 100 lavoratori e ne vedono altrettanti a rischio. Le aziende che sono state protagoniste della nuova SS76, riunitesi in Confartigianato, intendono dare battaglia per vedere onorati i frutti dei loro lavori. «La SS76 va completata e vanno pagate le imprese che vantano crediti milionari comprese le piccole che hanno fornito lavoro, mezzi, tecnologie, prodotti, servizi alle imprese», il forte appello lanciato da Gilberto Gasparoni segretario Confartigianato Trasporti Marche.
Le imprese coinvolte danno occupazione a oltre 500 collaboratori di questi dopo il blocco dei pagamenti avvenuti in piena estate quasi un centinaio sono stati messi in mobilità e altrettanti sono a rischio. «Un sistema che ha fatto correre i lavori dell’ampliamento della SS76, che hanno popolato i cantieri, che hanno corso rischi, che doveva essere aperta in via definitiva entro dicembre dello scorso anno. Invece la burocrazia e le difficoltà della Astaldi non solo hanno fermato i lavori, ma stanno facendo saltare centinaia di posti di lavoro e tante aziende dell’indotto che hanno lavorato con professionalità, serietà e costanza per lo sviluppo del territorio.
La Quadrilatero per esempio dopo aver pagato, tardivamente, gli stati di avanzamento alla Astaldi si è guardata bene dal non verificare se l’azienda esecutrice dei lavori aveva onorato i suoi debiti verso quanti hanno fatto forniture, lavori edili e di escavazione, trasporti, asfalti, impianti. È una ulteriore desertificazione del nostro territorio già martoriato dalla crisi che non può essere abbandonato a se stesso. Serve un intervento forte delle istituzioni e della politica affinché si trovi le giuste soluzioni per tutti. Per i dipendenti della Astaldi, per i dipendenti delle piccole imprese che hanno ugualmente famiglia, per le imprese che subiscono un danno mortale in quanto rischiano di esplodere se non verranno autorizzati i lavori dal Cipe con il pagamento delle fatture già emesse e non verranno riaperti i cantieri».
Dunque, una situazione complicata. «Dopo il pre-Cipe dell’11 deve essere ora convocato il Cipe per dare il via libero al completamento della SS 76 che non può rimanere una incompiuta, pena la morte del fabrianese già pesantemente penalizzata dalla crisi economica che ancora imperversa.
Una viabilità a zig e zag come quella odierna, con opere incompiute e molto pericolose – sottolinea Federico Castagna responsabile della Confartigianato di Fabriano – segnerà l’isolamento dell’entroterra dalla Vallesina e dalla costa ma anche un appesantimento della viabilità dall’adriatico all’Umbria ed al Lazio, con gravi ripercussioni sull’intera economia collinare e dell’appennino. Non possiamo dimenticare che il fabrianese non solo è un’area industrializzata, ma anche un canale di transito vero l’Umbria e il Lazio, oltre al porto di Civitavecchia».
Il Comitato è aperto alla partecipazione delle imprese interessate, per info gilberto.gasparoni@confartigianatoimprese.net.