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Fabriano, crepe nella maggioranza pentastellata sulla vicenda della scuola Marco Polo

Una mozione urgente presentata da due consigliere pentastellate è stata votata in modo compatta da tutte le opposizione. Associazione Fabriano Progressista evidenzia la spaccatura

Scuola media Marco Polo a Fabriano

FABRIANO – Quale futuro per i circa 250 studenti della scuola media Marco Polo di Fabriano? Il plesso scolastico è stato chiuso da circa un mese a seguito di una relazione tecnica datata novembre 2019 che evidenziava problemi statici e di mancato adeguamento sismico. Problematiche recepite in una successiva delibera della Giunta comunale di Fabriano pochi mesi dopo. Ma solo il 14 maggio scorso, la decisione del sindaco, Gabriele Santarelli, di firmare l’ordinanza di chiusura.

Le parole del sindaco Santarelli sulla scuola Marco Polo

I genitori hanno fortemente protestato e le opposizioni hanno chiesto lo svolgimento di una seduta consiliare ad hoc sull’argomento. «C’è stata sottoposta solo la delibera per l’avvio dell’iter della progettazione: per i tecnici era sufficiente. Per me no. Raccolte le informazioni con i tecnici l’ho chiusa. Dal 2019 al 2021 l’autorizzazione sismica non è stata richiesta. Una storia che va avanti da tempo, ma non sono io a dover cercare eventuali colpevoli. Se dovessero esserci delle responsabilità, saranno le autorità a deciderlo», ha precisato il primo cittadino di Fabriano, Gabriele Santarelli.

L’ipotesi di strutture temporanee per gli studenti

È iniziata la discussione, a tratti aspra. Andrea Giombi, Fabriano Progressista, ha sollecitato una risposta da parte dell’amministrazione comunale sulla sede, per almeno per due anni, della scuola media mentre si faranno i lavori di adeguamento. «Allo studio ci sono anche le strutture temporanee. Al momento non stiamo scartando nessuna ipotesi. In tempi brevi abbiamo aperto il Complesso San Benedetto per far terminare l’anno alle terze medie, abbiamo trovato soluzioni in questi anni e lo faremo anche per la Marco Polo», ha risposto il sindaco.

Botta e risposta

Il colpo a sorpresa, che suona quasi come un inizio di riposizionamento, riguarda due consigliere comunali del Movimento 5 Stelle, Sara Marinucci e Roberta Stazi, che hanno protocollato una mozione urgente per impegnare sindaco e Giunta a trovare soluzioni alternative ai moduli, anche con il coinvolgimento di privati. «Questo atto – hanno dichiarato – è solo una dimostrazione di quanto i consiglieri, sia come singoli che come gruppo, abbiano a cuore la questione e si preoccupino che gli studenti possano avere per i prossimi due anni una sede adeguata in cui fare scuola, vagliando tutte le soluzioni possibili sia nel pubblico che nel privato prima di accettare come soluzione ultima quella dei container».

Mozione votata, in modo compatto, da tutte le opposizioni, «mettendo in minoranza il sindaco», evidenzia il capogruppo di Associazione Fabriano Progressista, Vinicio Arteconi. «Questo significa che anche nella maggioranza inizia ad affiorare qualche dubbio sull’operato dell’amministrazione. Dad e container sono soluzioni per situazioni di grave emergenza e non devono servire a sopperire alle inadempienze di chi dovrebbe garantire le migliori condizioni per il diritto allo studio che non finiscano per discriminare chi versa in condizioni di fragilità», ha concluso Arteconi.

Dal Pd, il capogruppo Giovanni Balducci ha chiesto la cronologia di quanto accaduto negli ultimi anni: «C’è stato un finanziamento statale per l’adeguamento sismico, poi si è bloccato tutto. Mi sorprende che nei documenti viene precisato che ci sono “gravi carenze”, ma nessuno si è preoccupato. Le criticità esternate non hanno prodotto nulla».

Il sindaco ha replicato spostando ulteriormente le lancette dell’orologio. «Già nella relazione del 2008 c’era scritto delle criticità, quindi – ha detto Santarelli – due Giunte prima di noi non hanno dato seguito alle verifiche effettuate». Infine, la consigliera Democrat Barbara Pallucca ha chiesto perché «nel nuovo bilancio i fondi necessari, anche per l’affitto dei moduli abitativi, non ci siano e se si rischi di perdere il finanziamento da 1.330.000 euro se non vengono avviati i lavori entro l’anno». La rassicurazione del primo cittadino. «I fondi verranno inseriti nel piano economico dell’intervento. Il finanziamento non lo perdiamo perché i lavori partiranno quanto prima».