FABRIANO – «Tutte le opere sono assolutamente autentiche». Questo l’incipit della replica dell’avvocato difensore di Marta Massaioli, Angelo Franceschetti. La vicepresidente della Fondazione Gino De Dominicis, arrestata e posta ai domiciliari nella sua abitazione in località Civita a Fabriano, è accusata per associazione a delinquere, ricettazione, truffa e falsificazione di opere d’arte. Il tutto a seguito dell’inchiesta portata avanti dal Tribunale di Roma che ha affidato le indagini ai carabinieri del Reparto operativo Tutela Patrimonio Culturale della Capitale – sezione Falsificazione e arte contemporanea – che hanno sequestrato oltre 250 opere contraffatte, per un controvalore di oltre 30 milioni di euro, oltre a vario materiale usato per la falsificazione. Opere che erano state cedute, per la maggior parte, a ignari collezionisti. Ventitré in tutto gli indagati, tra questi il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Gino De Dominicis.
«Tutte le opere sono assolutamente autentiche e sono in possesso di Marta Massaioli in virtù di un testamento olografo che nessun Tribunale ha mai dichiarato essere falso. È stata creata questa Fondazione Archivio Gino De Dominicis solo ed esclusivamente per tutelare la genuinità e la perpetrazione nel tempo delle opere dell’artista. Di questa fondazione fanno parte professori, noti galleristi di Roma e Milano», evidenzia il legale della vicepresidente, Angelo Franceschetti.
In attesa dell’interrogatorio di garanzia in calendario al Tribunale di Roma per martedì 4 dicembre alle 10, Franceschetti sta preparando la difesa insieme alla propria assistita. «In merito al presunto laboratorio che secondo gli investigatori sarebbe servito per la contraffazione delle opere, posso dire che altro non è che il luogo dove il marito della mia assistita, anch’egli indagato nell’ambito della medesima inchiesta, realizzava le proprie opere. Stiamo parlando di un artista che ha già realizzato diverse esposizioni e mostre. In quel locale, quindi, è assolutamente normale che ci si trovi tutto l’occorrente per dipingere, visto che è la sua professione».
Un’indagine a livello nazionale che sta interessando anche Fabriano visto che, secondo l’ipotesi investigativa, la vicepresidente della Fondazione è considerata un personaggio di primo piano nell’inchiesta. Nel corso della perquisizione effettuata dai carabinieri a Fabriano, sono stati sequestrati quattro quadri e una serie di documentazioni che potrebbero dare nuovo impulso all’attività investigativa, ritrovati all’interno di un locale adibito a laboratorio e, dunque, con tutto il necessario – secondo gli investigatori – per contraffare le opere d’arte.