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Due bracconieri denunciati a Sassoferrato e Cupramontana. Sequestrati “lacci” e 10 fucili

Nelle abitazioni recuperati animali protetti imbalsamati fra i quali un Picchio, 18 confezioni di carne di capriolo e daino, munizioni non denunciate e persino un’arma clandestina

SASSOFERRATO – Denunciati due bracconieri da parte dei carabinieri forestali di Sassoferrato e di Jesi.

Durante le perquisizioni – delegate dalla Procura della Repubblica di Ancona a carico di due persone residenti a Sassoferrato e Cupramontana – sono stati sequestrati lacci, animali protetti imbalsamati, carne di capriolo e daino, munizioni non denunciate e persino un’arma clandestina.

L’attività investigativa è partita a seguito del rinvenimento di alcune trappole costituite da cavi metallici a nodo scorsoio posizionati nella zona del Monte Castellaro, vicino all’abitato di Monterosso nel comune di Sassoferrato.

Durante gli appostamenti, i militari hanno individuato i due soggetti mentre posizionavano del cibo per attirare gli ungulati.

Gli animali imbalsamati

Si è così deciso di procedere alle perquisizioni domiciliari. Nel corso delle stesse i militari hanno rinvenuto e sequestrato oltre a “lacci” e catene metallici posizionati in bosco per la cattura di cinghiali ed altri mammiferi selvatici, diversi esemplari imbalsamati di specie tutelate: tra gli uccelli un picchio (particolarmente protetto), un chiurlo, una nitticora ed un’upupa, tra i mammiferi uno scoiattolo ed un daino.

All’interno di congelatori industriali i bracconieri detenevano 18 confezioni di carne di capriolo e di daino provento di bracconaggio.

Ora gli indagati rischiano pene che vanno dal pagamento di sanzioni pecuniarie fino alla reclusione, per le condotte di bracconaggio e detenzione di specie particolarmente protette.

Ma non è finita qui. Inoltre sono stati riscontrati i reati di detenzione abusiva di munizioni non denunciate e arma clandestina per cui si è proceduto al sequestro di 10 fucili da caccia, 261 munizioni a palla e una pistola senza matricola. Infine, sono state ritirate loro le licenze di caccia e rischiano la sospensione da parte dell’Autorità di Pubblica Sicurezza.