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Elica e sindacati insieme per costruire futuro del Gruppo

Punti cardine affrontati nell'incontro: centralità delle Marche, nessuna delocalizzazione e garanzie per i dipendenti

Sede uffici di Elica a Fabriano
La sede degli uffici di Elica a Fabriano

FABRIANO – Costruire insieme il futuro del Gruppo: questo lo spirito con il quale sindacati e management di Elica, azienda di Fabriano leader nel settore delle cappe aspiranti, si sono lasciati a seguito della conclusione dell’incontro svoltosi ieri, 21 gennaio, nella sede di Confindustria Ancona e protrattosi per molte ore. La convocazione del tavolo era stata richiesta nel mese di novembre scorso dalle organizzazioni sindacali per avere chiarimenti inerenti l’andamento complessivo dell’azienda e condividere percorsi e strategie per affrontare il prossimo difficile periodo.

In seguito alle domande poste e dall’importante livello di discussione e interlocuzione delle delegazioni, le organizzazioni sindacali e le Rsu degli stabilimenti di Castelfidardo, Cerreto D’Esi e Mergo «ribadiscono la necessità di un futuro in linea con quanto il Presidente Francesco Casoli e l’AD Mauro Sacchetto hanno annunciato nei discorsi tenuti negli stabilimenti prima di fine anno. Nello specifico è stato ribadito che: l’anno 2021 sarà tendenzialmente in linea con il 2020, con un primo semestre probabilmente più carico di lavoro rispetto al secondo e comunque sia, qualsiasi scelta aziendale sarà oggetto di confronto e avrà al primo posto l’interesse delle persone, principale valore di Elica, che quindi vanno salvaguardate complessivamente. Infatti è grazie alla disponibilità delle lavoratrici e dei lavoratori tutte/i che è stato possibile affrontare questo difficilissimo periodo con ottimi risultati, come da dichiarazione degli stessi vertici», evidenziano i sindacati.

Inoltre, «non è in previsione alcun tipo di progetto che possa modificare gli assetti produttivi e organizzativi degli stabilimenti italiani né investimenti in capacità produttiva in altri paesi europei, di conseguenza nessuna delocalizzazione, ribadendo così la centralità dell’Italia, quindi della provincia di Ancona, nelle strategie di Elica anche dal versante produttivo». Per quel che riguarda, poi, quanto accaduto nel dicembre scorso, vale a dire l’uscita dallo stabilimento di Mergo degli stampi per manutenzione con l’impegno scritto del Direttore che sarebbero rientrati entro la fine del mese di febbraio prossimo, dall’azienda – a precisa domanda – si è confermato che il rientro non avverrà nei tempi previsti.

«Nello specifico si tratta di stampi per la fornitura di semilavorati per lo stabilimento della Fime che Elica ha deciso di esternalizzare verso fornitori, in una logica di riduzione dei costi. Si è, però, ottenuta la garanzia che altre lavorazioni, di valore equivalente come ore lavorabili, siano riportate all’interno del plant delle cappe per sopperire al lavoro perso», specificano le parti sociali.

Nel confermare che l’unità dell’intero gruppo e la centralità delle persone sono valori imprescindibili per Elica, quindi qualsiasi decisione terrà conto in primo luogo della valenza sociale del lavoro, il management aziendale ha ribadito il fatto che la riorganizzazione delle Corporate può considerarsi conclusa con le operazioni completati il 6 ottobre scorso e che dopo questa data nessuna altra persona è stata posta in ammortizzatore sociale a zero ore.

«Le Rappresentanze sindacali hanno chiesto con forza di individuare delle soluzioni per coinvolgere le persone in questo momento sospese dal lavoro, con percorsi di rotazione e di riqualificazione professionale, considerando le professionalità e le disponibilità lavorative costruite e ricevute in questi anni un valore imprescindibile e un patrimonio assoluto per affrontare insieme il prossimo futuro, le sfide del mercato e quelle dovuta all’emergenza sanitaria, per uscire rafforzati da questa difficilissima situazione, investendo in Italia e sulla propria gente: in linea con quanto dichiarato dalla stessa azienda», si conclude la nota a firma delle segreterie territoriali di Fim-Fiom-Uilm e dalle Rsu degli stabilimenti di Castelfidardo, Cerreto D’Esi e Mergo.