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Emergenza Covid, l’Associazione Fabriano Progressista in difesa dell’ospedale Engles Profili

Il capogruppo, Vinicio Arteconi chiede anche una presa di posizione delle due consigliere regionali Chiara Biondi (Lega) e Simona Lupini (Movimento 5 Stelle)

L'Ospedale Engles Profili di Fabriano
L'Ospedale Engles Profili di Fabriano

FABRIANO – L’Associazione Fabriano Progressista in difesa dell’ospedale Engles Profili. «Fabriano non è contemplato nel piano pandemico e pertanto non ha avuto nessun aumento di organico né di posti letto di terapia intensiva, nonostante la necessità di far fronte all’aumentata attività ed alle urgenze mediche», le parole del capogruppo, Vinicio Arteconi che chiede anche una presa di posizione delle due consigliere regionali di Fabriano, Chiara Biondi (Lega) e Simona Lupini (Movimento 5 Stelle).

«Questa seconda ondata, pur ampiamente annunciata, si è abbattuta in maniera pesante sulla comunità fabrianese e gli altri centri del comprensorio. A differenza di quanto accaduto nella primavera scorsa si registrano 500 casi di Covid a Fabriano, che hanno colpito anche la comunità Buona Novella e la residenza per anziani di Santa Caterina nella quale si sono verificati, purtroppo, diversi decessi». Altra distinzione importante, «al nostro ospedale, classificato come no Covid dal piano pandemico regionale, non sono state assegnate risorse umane e materiali aggiuntive di fronte all’attuale emergenza, nonostante che allo stesso fosse stato attribuito il compito di provvedere alle attività chirurgiche urgenti e programmate dell’intera Area Vasta 2. Un incarico, in verità, condotto a termine egregiamente. Al momento presente però i pazienti Covid positivi sintomatici dell’area fabrianese vengono rifiutati dagli ospedali dedicati per l’esaurimento dei posti a disposizione e rispediti al “mittente”. Ognuno deve badare a sé stesso. Sono stati quindi allestiti, dietro ordini di servizio della Direzione Sanitaria, posti letto per Covid al Pronto soccorso e all’Hospice con operatori medici e paramedici di altri reparti, a rotazione. È di tutta evidenza che in tal modo aumenta il rischio clinico, violando tra l’altro precise norme contrattuali», dichiara Arteconi.

Non basta. «Lo stesso personale deve sopperire alla grave carenza di organico venutasi a creare a Santa Caterina a causa dei contagi. Dunque, il sovraccarico di lavoro, la mancanza di personale formato e dedicato, l’assenza di un’area tampone con percorsi e luoghi separati, fa crescere notevolmente il pericolo di contagi sia per gli operatori sia per le loro famiglie sia per gli utenti. In più, la riduzione degli addetti in settori sanitari strategici provoca il rallentamento di alcune attività, in particolare quelle di sala operatoria e di terapia intensiva. Quindi alla cronica carenza di organico, dovuta ai tagli subiti negli anni passati, si aggiunge questa nuova e drammatica situazione. Nella ipotesi, poi, speriamo mai, di ulteriori peggioramenti, potrebbe addirittura condurre in fretta ad una saturazione dei posti letto di terapia intensiva con la completa paralisi dell’attività chirurgica», il pensiero del capogruppo di Associazione Fabriano Progressista.

Dopo la disamina, l’appello. «Ora, dando per scontato che il Direttore dell’Area Vasta 2, Giovanni Guidi, sia a conoscenza degli ordini di servizio emanati dalla Direzione Sanitaria Ospedaliera in aperto contrasto con il piano pandemico regionale, chiediamoci: come è possibile che nosocomi deputati al trattamento di pazienti Covid sintomatici rifiutino, come è avvenuto, i trasferimenti dal nostro ospedale di Fabriano? Insomma, se il piano pandemico ha rilevanza regionale, perché il Direttore Generale e il Direttore Sanitario dell’ASUR Marche, i vertici della sanità marchigiana non sono intervenuti in merito? Condividono tali scelte? Il neoeletto Assessore alla Sanità, Saltamartini, è stato informato di tali decisioni? Invitiamo, in conclusione, i consiglieri eletti nel nostro territorio, Chiara Biondi e Simona Lupini, di attivare tutti gli strumenti istituzionali a loro disposizione, per risolvere questa situazione emergenziale fabrianese, che rischia in ogni modo di diventare ingestibile», conclude Arteconi.