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Fabriano, 36mila mascherine non a norma. Via al maxi sequestro

La merce, proveniente dalla Cina, è stata intercettata dai finanziari del Nucleo di Polizia di Ancona e dai funzionari dell'Ufficio Dogane fabrianese. Il valore commerciale del materiale sfiora i 100mila euro

FABRIANO – Maxi sequestro di mascherine filtranti da parte dei finanziari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Ancona e dei funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Ancona, SOT di Fabriano. Requisite anche tute monouso.

Questo il frutto di un’operazione condotta dalle Marche e che ha messo nei guai un’azienda umbra con interessi commerciali in regione. Le mascherine FFP2, 36mila, provenienti dalla Cina, sono risultate irregolari per apposizione di falsa marcatura CE, e sono state sottoposte a sequestro con denuncia all’Autorità Giudiziaria dell’importatore. Le tute monouso, 10mila, sono state requisite su disposizione del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e prontamente assegnate dall’Agenzia Dogane Monopoli alla Protezione civile della Marche. Sono risultate a norma.

La merce, importata da parte di una società umbra di Umbertide con interessi commerciali nella zona costiera marchigiana, è stata monitorata dalla Fiamme Gialle di Ancona sin dal suo arrivo all’aeroporto di Bologna e segnalata alla sede di Fabriano dell’Ufficio delle Dogane di Ancona, dove era diretta per l’effettuazione delle operazioni di sdoganamento.

L’intervento trae origine dallo sviluppo di elementi investigativi acquisiti dai militari della Guardia di Finanza del Gruppo Tutela Economia – Sezione Diritti di Proprietà Intellettuale ed Industriale, unità specializzata del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, nel contesto di una vasta operazione convenzionalmente denominata “Mask-Cov”, attivata nel periodo della pandemia da “Covid-19” con interessamento di diverse attività operative.

I finanzieri si sono presentati all’ufficio doganale di Fabriano non appena è arrivato il camion con a bordo 36 scatoloni. Sono stati aperti e controllati. Si sono subito evidenziate specifiche anomalie tra cui, per le mascherine, dichiarate come dispositivi di protezione individuale, la presenza della dichiarazione di conformità – riferibile a ente certificatore con sede nel Regno Unito – ritenuto falsa. In pratica, l’ente certificatore esiste, ma il documento non è stato effettivamente vergato da questo. Mentre per le tute monouso si è constatata la loro destinazione per fini di speculazione commerciale e pertanto la loro requisibilità in presenza di superiori esigenze di pubblico approvvigionamento.

Guardia di Finanza Ancona

Le Fiamme Gialle hanno, quindi, contestato all’amministratore della società importatrice, un 68enne, il reato di produzione e uso di atti falsi, nonché la commercializzazione di prodotti privi di attestazioni di conformità CE, reati puniti con una pena fino a quattro anni di reclusione. Sono in corso approfondimenti sugli altri componenti della società. Il valore di mercato delle mascherine si aggira attorno ai 50mila euro. Per le tute monouso, invece, circa 45mila euro.

L’operazione ha dato prova della capacità di sinergia tra corpi dello Stato nel contesto dell’emergenza epidemiologica in corso, nel più ampio contesto della lotta alla criminalità economico-finanziaria, della tutela della correttezza del mercato e della sicurezza dei prodotti e della salvaguardia della salute dei cittadini, tutelate con significativa complementarietà dalla Guardia di Finanza, dall’Agenzia Dogane Monopoli e dalla Protezione civile.