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Fabriano, Area Vasta 2: primi segnali di piano pandemico per salvaguardare l’ospedale

Da una parte la carenza cronica di personale, dall'altra la volontà di evitare al massimo gli ingressi in ospedale. Per questo si valuta la sospensione degli interventi non urgenti

L'ingresso dell'ospedale di Fabriano

FABRIANO – Salvaguardare l’integrità dell’ospedale Engles Profili dalla pandemia da coronavirus. Questo l’obiettivo che da più parti in città viene indicato dalla politica e dagli stessi operatori sanitari. Chiesta l’attivazione di un tavolo d’emergenza e un intervento del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Mentre si fa strada l’ipotesi di una sospensione/riduzione temporanea degli interventi chirurgici ambulatoriali programmati per limitare, il più possibile, il rischio contagio, anche perché si sta tardando all’istituzione di un’area grigia apposita.

«Negli ultimi giorni, nell’area del comune di Fabriano, stiamo assistendo a un aumento esponenziale di contagi, con gravi situazioni come i focolai presenti nella RSA Santa Caterina e nella Comunità La Buona Novella e un forte aumento di rischi all’interno dell’ospedale di Fabriano – scrivono in una nota congiunta, la consigliera regionale del M5S, Simona Lupini, e il sindaco pentastellato di Fabriano, Gabriele Santarelli -. Tutto ciò, peraltro, espone a situazioni di pericolo non solo la cittadinanza, ma anche il personale socio-sanitario che opera nelle strutture. Chiediamo, quindi, un urgente intervento del Presidente della Regione Marche, Acquaroli, e l’immediata attivazione di un tavolo d’emergenza tra autorità regionali, Asur e Sindaco. Questo si rende necessario in quanto, allo stato, manca totalmente un momento di confronto e le decisioni fin qui intraprese non vengono mai concertate. Auspichiamo quindi un totale cambio di atteggiamento anche rispetto alla passata amministrazione».

Gabriele Santarelli e Simona Lupini

«Anche riguardo l’ospedale di Fabriano, raccogliendo le segnalazioni di pazienti e personale medico, esprimiamo sconcerto per la totale mancanza di programmazione riguardo questa seconda fase della pandemia, che, peraltro, era prevista da mesi. La scelta, infatti, di eliminare la cosiddetta “zona grigia” dove venivano temporaneamente ospitati i pazienti risultati positivi, sta causando il grave rischio di commistione tra pazienti ed è necessario quindi che vengano attivati immediatamente rigidi percorsi separati, come più volte proposto e sollecitato dagli stessi operatori, in quanto le condizioni attuali non sono più sostenibili. Noi continueremo a pressare e, comunque, a fornire concrete proposte per affrontare al meglio questa fase così delicata», concludono Lupini e Santarelli.

Oltre alla mancata applicazione, per il momento, del piano pandemico e, quindi, di un’adeguata area grigia, a preoccupare fortemente è la carenza di personale. Proprio per questo si starebbe facendo avanti l’ipotesi di una riduzione o, addirittura, sospensione in questa fase delle attività chirurgiche ambulatoriale e Day Surgery, salvaguardando naturalmente gli interventi non procrastinabili e/o oncologici. Così facendo, da una parte si ridurrebbero gli ingressi esterni al presidio ospedaliero di Fabriano e, dall’altra, si potrebbe meglio gestire il personale sanitario per far fronte alla seconda ondata pandemica.