FABRIANO – Sono Simona Romagnoli e Guido Paolucci i commissari nominati dal Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare, per vigilare sui conti della JP Industries di Fabriano. L’azienda dell’imprenditore Giovanni Porcarelli ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni, e nelle scorse settimane ha presentato domanda di concordato in bianco a causa dei debiti maturati in questi ultimi anni, circa 30 milioni di euro. A tutto ciò si aggiungono le difficoltà a intercettare commesse e, quindi, a far lavorare i circa 620 dipendenti, sempre per via della complessità a reperire liquidità.
Ebbene, i giudici della sezione fallimentare hanno scritto nero su bianco «che la società versa in stato quanto meno di crisi» e, oltre alla nomina dei due commissari – tra l’altro la Romagnoli è già conosciuta in città per aver ricoperto il ruolo di curatore fallimentare nella vertenza Tecnowind terminata con lo “spezzatino” del complesso industriale – hanno deciso di dare tempo fino al 29 novembre, con possibile estensione di ulteriori sessanta giorni, per la presentazione di un piano di ristrutturazione in seguito alla richiesta di concordato in bianco.
Una situazione, dunque, che va costantemente monitorata perché, come si evince dalle parole stesse dei giudici fotografa le difficoltà dell’impresa dal futuro sempre più a rischio perché oltre ai problemi finanziari è ufficialmente partito anche il countdown relativo all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, nello specifico la cassa integrazione. L’ulteriore anno concesso alla newco di Fabriano scade il prossimo 31 dicembre. E, secondo quanto dichiarato dal ministro al Lavoro, il vicepremier Luigi Di Maio, sarà l’ultimo se non interverranno fatti nuovi come un eventuale partner finanziario e industriale da affiancare all’imprenditore Porcarelli. Era stato dato mandato a Invitalia per questa ricerca, ma al momento è stata infruttuosa. Nessuno si è fatto avanti e il rischio concreto di una nuova ecatombe occupazione che certamente Fabriano e il suo comprensorio non possono certo permettersi, considerando il fatto che da oltre dieci anni si è alle prese con una profonda crisi economica e occupazionale iniziata proprio con la crisi della Antonio Merloni.