FABRIANO – Dopo essere tornata in servizio lo scorso 15 novembre, l’Amministratore Apostolico della diocesi di Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara, ha benedetto la “Culla per la Vita”, ubicata ora di fianco all’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale Engles Profili di Fabriano. «Speriamo che non ci sia bisogno ma ci sono dei momenti della vita in cui si fanno delle scelte che nascono dalla necessità e sofferenza. Questa, quindi è una opportunità, una occasione per chi può donare alla vita un figlio o una figlia da far crescere nella grazia del Signore, in pace e serenità», le parole di mons. Massara che ha ringraziato i volontari del Centro Aiuto alla Vita per la perseveranza che hanno avuto nel rimettere in funzione questo strumento.
«Una risposta d’amore contro l’abbandono – secondo la presidente del Cav, Siliana Mencarelli – che abbiamo deciso di intitolare a Salvatore Mirabella, un volontario molto sensibile alle esigenze dei più piccoli tanto da proporre per primo la realizzazione di questa struttura». La culla per la vita era stata inaugura nel luglio del 2016 alla presenza del cardinale Edoardo Menichelli, del vescovo di allora mons. Stefano Russo e delle autorità cittadine. Purtroppo però dopo tre mesi è rimasta inattiva in seguito agli eventi sismici dell’agosto-ottobre 2016 che avevano reso inagibile la parte dell’ospedale dove era stata posizionata».
A metà novembre, grazie all’impegno di Alberto Ferroni, si è provveduto alla realizzazione di una nuova struttura e una nuova posizione, vale a dire esternamente, a fianco del Pronto soccorso dell’Engles Profili dove si può, con il massimo della privacy, lasciare il bambino che non si vuole accudire. La culla ha una temperatura adeguata e un sistema di allarme collegato con il Pronto soccorso che si azionerà subito dopo la chiusura dello sportello.
«Il nostro auspicio è che la Culla resti sempre vuota e ogni bambino sia accettato e amato, ma qualora qualcuno decida purtroppo di non prendersi cura del proprio figlio deve sapere che esiste questa possibilità. Possiamo chiamarlo un estremo gesto di amore quando in una situazione drammatica una mamma riesce a dare una opportunità di vita, di assistenza e di un futuro».