FABRIANO – Aperta la cassa integrazione Covid nello stabilimento di Mergo di Elica, multinazionale di Fabriano leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti. Un provvedimento che riguarda circa 100 lavoratori. Il monito della segreteria della Fiom di Ancona espresso dal responsabile sindacale per il distretto economico di Fabriano, Pierpaolo Pullini. Il ricorso all’ammortizzatore sociale «riguarda tutti i reparti a monte, dove vengono realizzati i semilavorati che poi dovranno alimentare la fabbrica, e tutte le operazioni di spostamento delle produzioni non sempre vengono condivise con le Rsu né sono oggetto di confronto», le sue parole.
Segnali contrastanti in casa Elica evidenziati dalla Fiom. «Ribadiamo il nostro apprezzamento per le parole e gli impegni presi dal Presidente Francesco Casoli, confermate dall’A.D. Mauro Sacchetto e ribadite dal management aziendale durante l’ultimo incontro di gruppo con le organizzazioni sindacali nella sede di Confindustria Ancona. La disponibilità delle persone, valore primario di Elica, ha permesso all’azienda di chiudere positivamente il quarto trimestre del 2020, con grande crescita di vendita su tutta la gamma, in maniera particolare sui propri prodotti di punta, come a esempio il NicolaTesla. E di continuare con il percorso degli ultimi anni, con operazioni di reshoring, puntando sui prodotti a marchio proprio per costruire una prospettiva di medio/lungo periodo agli stabilimenti italiani, supportati da tutte le altre tipologie per creare economie di scala e realizzare quanto promesso a tutte le persone di Elica», commenta Pullini.
Ma si chiede con forza all’azienda «di dare seguito a quanto dichiarato nella sede di Confindustria, in quanto nei reparti da cui sono uscite lavorazioni, contravvenendo agli impregni presi dalla direzione di Mergo, e non ancora sostituite, è stata riaperta la cassa integrazione per un numero di circa 100 persone che subiscono una significativa riduzione di orario di lavoro. Questo sicuramente non è il modo migliore per ringraziare chi ha permesso di attraversare un anno difficilissimo come il 2020 con risultati molto positivi per tutto il Gruppo, così come da dichiarazioni del Presidente, dell’AD e di tutto il management, che hanno ribadito non esistere piani o progetti rivolti alla delocalizzazione o all’uscita di produzioni e lavorazioni dagli stabilimenti italiani. Pretendiamo chiarezza da parte dell’Azienda e ci auspichiamo che le prossime scelte perseguano quanto fin qui promesso, riportando la piena occupazione in tutti i plant senza dover allargare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali anche ad altri reparti», l’auspicio.
La Fiom si aspetta, dunque, che si proceda a ricollocare «le persone della Corporate attualmente in cassa a zero ore e ripristinare la piena occupazione negli stabilimenti, stabilizzando chi lavora in somministrazione. Prendersi cura della propria gente significa in primis garantire lavoro a tutte/i, significa lavorare insieme in trasparenza, così come fatto durante l’emergenza sanitaria che ancora non è finita, a cominciare da un confronto chiaro su questo nuovo e improvviso utilizzo dell’ammortizzatore sociale. Agire unilateralmente, solo con logiche finanziarie e di bilancio, corrisponde a disattendere ai valori della stessa azienda e a quanto fin qui dichiarato, cosa che non sarebbe all’altezza della storia di Elica», la conclusione del responsabile sindacale per il distretto economico di Fabriano, Pierpaolo Pullini.