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Fabriano, fallimento Indelfab: i sindacati chiedono certezze

Summit in video conferenza fra le sottosegretarie al Mise, Alessia Morani e Alessandra Todde, i sindacati di categoria e le Istituzioni regionali e locali. Ecco cosa è emerso

Lo stabilimento della JP Industries

FABRIANO – Fallimento Indelfab di Fabriano (ex JP Industries), i sindacati chiedono alle Istituzioni, a tutti i livelli, «fatti concreti per scongiurare una nuova ecatombe occupazionale». Questo l’esito dell’incontro di questa mattina (giovedì 10 dicembre), in videoconferenza, avvenuto fra le organizzazioni sindacali di categoria di Marche e Umbria, le sottosegretarie al Mise Alessia Morani e Alessandra Todde, l’assessore della Regione Marche al Lavoro Stefano Aguzzi, oltre il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli e l’assessore alle Attività produttive, Barbara Pagnoncelli.

Il summit in remoto è stato richiesto con forza da Fim-Fiom-Uilm di Marche e Umbria a seguito del fallimento della Indelfab di Fabriano decisa dal Giudice del Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare. In pericolo ci sono 566 posti di lavoro: 294 a Fabriano (3 quadri, 27 impiegati, 264 operai di cui 90 lavoratori nello stabilimento del Maragone e 204 in quello di Santa Maria) e 272 a Gaifana in Umbria (11 impiegati e 261 operai). Attualmente coperti, fino a maggio 2021 con la cassa integrazione per cessazione attività. Ma, poi, il rischio concreto è che non vi sia una proroga di ulteriori sei mesi dell’ammortizzatore sociale, ma piuttosto direttamente il licenziamento con l’apertura della Naspi per due anni, in grado di dare un minimo di sostegno al reddito di questi lavoratori e delle loro famiglie.

«A oggi risulta fondamentale per affrontare ogni discorso, individuare tutte le azioni per garantire i 12 mesi di CIG per cessazione di attività, che oltre a dare sostegno alle persone, costituiscono un elemento fondamentale anche per andare a discutere di ogni ipotesi di reindustrializzazione», scrivono in una nota congiunta le segreterie di Fim-Fiom-Uilm di Marche e Umbria al termine della riunione.

Summit che è stato aggiornato a dopo il 15 di dicembre, giorno in cui è convocato l’esame congiunto con il ministero del Lavoro per la cassa integrazione, reso necessario dalla sentenza di fallimento. Probabilmente, il nuovo incontro sarà fissato prima del 23 dicembre prossimo. Nel frattempo, le parti sociali proseguiranno gli incontri anche con i tre curatori fallimentari nominati dal Tribunale: Simona Romagnoli, Sabrina Salati e Luca Cortellucci, al fine di capire la reale condizione dell’azienda e individuare tutti insieme la strada migliore che possa dare tutela alle persone e rilancio ai territori. «Le organizzazioni sindacali ribadiscono con forza la drammaticità di questa crisi industriale che rischia di innalzare ulteriormente i numeri della disoccupazione nelle aree dell’appennino umbro marchigiano e per questo richiedono il massimo impegno a tutti i livelli, augurandosi che tutti i progetti con i quali ci si misurerà siano poi supportati anche da fatti concreti, in attesa di riprendere l’interlocuzione subito dopo il 15 dicembre, in un confronto costante e coerente con gli impegni fin qui presi con le lavoratrici e i lavoratori», si conclude la nota sindacale.