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Fabriano, le priorità dell’assessore Pagnoncelli

L'esponente della Giunta pentastellata ha deleghe molto "pesanti" e soprattutto fondamentali: Lavoro, Attività produttive e Politiche giovanili. I primi passi dopo la sua nomina da parte del sindaco, Gabriele Santarelli

L'assessore Barbara Pagnoncelli
L'assessore Barbara Pagnoncelli

FABRIANO – «Bisogna essere coraggiosi». Questo il messaggio che l’assessore fabrianese Lavoro, Attività produttive, Industria, Artigianato, Agricoltura, Politiche giovanili, Software libero, Politiche e fondi europei, Barbara Pagnoncelli, lancia a tutti i fabrianesi.

Una donna caparbia che non ha esitato a cambiare vita più volte per seguire le proprie aspirazioni. Madre di un bel bambino, 44 anni, laureata in Ingegneria meccanica, specializzazione in Ambito gestionale nel pubblico, in particolare per la segnalazione rischi. Un lavoro certo, con una carriera ben avviata in una multinazionale assicurativa, poi il primo bivio della sua vita e la decisione di cambiarla radicalmente. Tornata stabilmente a Fabriano e insieme al compagno e altri professionisti, l’apertura di due aziende: una di mobilità sostenibile, trasformazione di mezzi a combustione diesel in mezzi elettrici, riscuotendo successo in Italia e non solo; l’altra un’azienda agricola con altri tre soci, prodotti biologici, dieci ettari nei quali si diversificano le produzioni evitando di impoverire i terreni.

Assessore quali le priorità che intende portare avanti in questi prossimi mesi per la delega sull’Agricoltura?
«Credo che sia fondamentale cercare di riappropriarsi di questo settore. Rispettare la natura e i terreni sapendo cosa coltivare senza impoverirlo, ma piuttosto valorizzandolo, ridandogli la fertilità e ripristinando la biodiversità, perché il terreno così rende di più. Saranno, quindi, monitorati costantemente tutti i possibili bandi in questo comparto. Altra priorità sarà quella di creare un tavolo con le associazioni di categoria per cercare di capire come affrontare, insieme, il rilancio del comparto. Infine, dar vita a un mercato contadino che possa aiutare loro e i potenziali clienti».

Per il Lavoro, Attività produttive, Industria, Artigianato?
«Sono sicuramente deleghe molto importanti di cui sento la responsabilità. Ma noi siamo una squadra e, quindi, non sono solo io a lavorare su queste deleghe. Ho iniziato a prendere contatto per avere un quadro preciso, a 360 gradi, una fotografia esatta, quanti disoccupati e inoccupati a breve e a medio termine. E da qui fare un’analisi sul capire come agire. Anche per questo ci saranno frequenti incontri con tutte le associazioni di categoria, soprattutto per quel che riguarda Confartigianato e Cna. Vorrei avere, a breve, un incontro per avere un’analisi del tessuto artigianale e poi concordare una serie di iniziative anche in vista del meeting Unesco del 2019 che ospiteremo a Fabriano. In più voglio continuare il discorso che abbiamo presentato durante la campagna elettorale riguardo alla produzione della cellulosa di canapa a Fabriano, che oggi in Italia non esiste, non abbiamo sufficiente produzione, quindi questo vuol dire che c’è maggiore spazio di mercato. Ancora lavorare per le eccellenze territoriali da valorizzare al meglio.  Bisogna essere coraggiosi. Entrare in un nuovo concetto di economia, circolare, dove c’è spazio per tutti. Bisogna pensare a mettere insieme e a sistema le buone pratiche che funzionano».

La delega alle Politiche giovanili l’ha voluta con forza, perché?
«È vero l’ho chiesta espressamente perché credo molto nel mondo dell’associazionismo. Ho già convocato un tavolo per raccogliere le adesioni di tutte le Associazioni che operano nel territorio per la costituzione di un tavolo ad hoc. Non è un caso che si sia voluto unificare in un unico Assessorato le politiche giovanili con le Attività produttive. Come Amministrazione comunale, infatti, crediamo fermamente che si tratta di un percorso comune fra mondo dell’associazionismo e del lavoro. L’alternanza scuola-lavoro se fatta bene è utilissima. Ampliare le offerte non solo con il privato, ma anche con il pubblico, perché c’è un risvolto anche sociale da tener presente. Quindi con gli Istituti comprensivi creare un baratto virtuoso, alcune associazioni hanno bisogno di spazi, il Comune di attività, per poter arrivare a un calendario di iniziative collaterali portato avanti dalle associazioni. Tutto ciò comporterebbe una crescita culturale e sociale nelle scuole. Infine, ripristinare i comitati di partecipazione genitori-nonni».

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