FABRIANO – Pronta la richiesta per un’ulteriore proroga della cassa integrazione per la JP Industries di Fabriano. Ammortizzatore sociale con causale covid. Giunta una nota, in tal senso, da parte della proprietà, ai rappresentanti dei sindacati di categoria Fim-Fiom-Uilm. A conti fatti, se dovesse essere concessa questa ulteriore proroga, è praticamente certo che l’azienda di proprietà dell’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, possa traguardare l’ennesimo anno completo con l’utilizzo della cassa integrazione, vale a dire il dodicesimo consecutivo. Per le parti sociali occorrerebbe mettere a frutto questo tempo per un serio piano di rilancio.
Ancora cassa integrazione per la JP Industries di Fabriano, questa l’intenzione manifestata dalla proprietà, ai sindacati. La proroga che si intende richiedere riguarda la causale covid e sarebbe pari a cinque settimane fino all’8 agosto prossimo. Interessati, complessivamente, 584 dipendenti: 305 degli stabilimenti di Fabriano, Santa Maria e Maragone, 269 operai e 36 impiegati; 279 del sito di Gaifana in Umbria, 268 tute blu e 11 colletti bianchi.
Per i sindacati, questa ulteriore proroga, dovrà costituire un’occasione per rilanciare la Newco che ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni. «La modifica della cassa da riorganizzazione a Covid-19 può consentire alla JP di proseguire il percorso in continuità, come del resto avevo sempre auspicato – osservano – soprattutto considerando che proprio il cambio della causale permetterà di avere nove settimane in più di cassa».
Grazie alla cassa covid, infatti, è ormai ufficiale che l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale coprirà l’intero arco del 2020, fra covid e cassa integrazione straordinaria già concessa a suo tempo. Ma questo lasso di tempo, secondo le parti sociali, non dovrebbe passare invano, ma piuttosto servire per riaccendere i riflettori sul nuovo progetto industriale che il management vorrà mettere in campo per rilanciare la JP Industries di Fabriano. «Ci aspettiamo un piano che metta al centro la continuità dell’azienda e che, nel contempo, tenga nel dovuto conto tutti i rilievi e le osservazioni formulati qualche mese fa dal Tribunale fallimentare al piano concordatario che i vertici di JP avevano presentato a fine gennaio scorso e che prevedeva, fra l’altro, ben 343 esuberi, salvo poi averlo ritirato. Ed è altrettanto evidente che con il nuovo piano industriale si dovranno individuare meccanismi per il sostegno al reddito dei lavoratori in vista dell’attuazione del piano medesimo».