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Fabriano: Quadrilatero, le aziende creditrici pronte a nuove mobilitazioni

Forte monito proveniente dal Coordinamento imprese creditrici Astaldi affinché si approvino in tempi rapidi gli emendamenti previsti e concordati nello Sblocca cantieri e che salvaguardano i crediti pregressi compresi fra i 40 e i 60 milioni di euro

Operai nei cantieri della Quadrilatero (Immagine di repertorio)

FABRIANO – «Non ci si fermi a un passo dalla soluzione». Questo il forte monito proveniente dal Coordinamento imprese creditrici Astaldi SpA che si è riunito ieri sera, 31 maggio. Le aziende, circa 40 imprese che vantano crediti fra i 40 e i 60 milioni, nei confronti del contraente generale dei lavori del progetto Quadrilatero, maxi-lotto n. 2 Fabriano-Serra San Quirico. Pronte a nuove mobilitazioni qualora non si proceda in tempi rapidi con l’approvazione degli emendamenti previsti nello Sblocca cantieri e che salvaguardano i loro interessi.

«Abbiamo apprezzato il lavoro fino a oggi profuso da Governo e Parlamento per trovare una soluzione normativa alla grave crisi che ha colpito l’intera filiera degli esecutori e dei fornitori a causa della mancata soddisfazione dei loro crediti, di fatto così paralizzandone il completamento. Ovviamente riteniamo che questo sia anche il risultato della mobilitazione e della forte azione di denuncia che in questi mesi è stata messa in campo trovando la solidarietà dell’intero mondo economico e delle sue rappresentanze, delle Istituzioni locali e nazionali, delle Regioni Umbria e Marche e dell’intera popolazione».

Ebbene, giunti quasi in dirittura d’arrivo, «dopo aver elaborato, in modo condiviso da tutte le forze politiche di Governo e di opposizione, un testo di emendamento al cosiddetto Sblocca cantieri in discussione in questi giorni al Senato, per ragioni tutte legate a dinamiche politiche estranee alla necessità di riprendere davvero i lavori e salvaguardare gli interessi di decine e decine di imprese e di lavoratori che hanno lavorato sulla Perugia Ancona, tutto sembra tornare in alto mare».

Ribadendo che l’attenzione e vigilanza nei prossimi giorni sarà altissima, e in mancanza di una soluzione, «siamo determinati a intraprendere forme eclatanti di protesta, così come già abbiamo fatto nei mesi scorsi con l’occupazione della strada e dei cantieri della Perugia-Ancona. Sarebbe veramente da irresponsabili, ancora una volta, scaricare una miriade di imprese esecutrici e fornitrici e soprattutto in questo modo non completare l’opera e mantenere meccanismi e procedure che hanno abbondantemente dimostrato di essere ingiusti e inefficaci», scrivono dal coordinamento delle aziende.

In accordo con le organizzazioni datoriali del settore delle costruzioni, «rivolgiamo un fermo e deciso appello a tutte le forze politiche affinché sostengano e approvino l’emendamento presentato in Parlamento. In questo senso auspichiamo tanto più un impegno unitario dei parlamentari dell’Umbria e delle Marche che possano così contribuire al completamento di un’opera davvero strategica per la vita e il futuro dell’Italia centrale ed evitare che un pezzo di apparato industriale del nostro territorio venga cancellato con enormi conseguenze sul piano economico e sociale», concludono.