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Fabriano: rilanciare il progetto di istituzione del Parco Naturale Regionale “Alto Esino”

Di questo si parlerà al convegno “Un Parco per l’Alto Esino”, che si terrà, a partire dalle 10 di oggi, 12 maggio, nella sala convegni dell’Eremo di Val di Sasso e nel pomeriggio nella sala convegni del Cea di Valleremita

Eremo Val di Sasso
Eremo Val di Sasso

FABRIANO – Rilanciare il progetto di istituzione del Parco Naturale Regionale “Alto Esino”, di questo si parlerà al convegno “Un Parco per l’Alto Esino”, che si terrà, a partire dalle 10 di oggi, 12 maggio, nella sala convegni dell’Eremo di Val di Sasso a Fabriano e nel pomeriggio nella sala convegni del Cea di Valleremita, con dodici relazioni di esperti di ambiente, flora, fauna, gestione aree protette, storici locali, appassionati di mountain-bike.

Dell’istituzione di un Parco naturale “Alto Esino” se ne parla sin dagli anni ’70 del secolo scorso. Siamo ancora agli albori di quello che poi sarebbe stato, alcuni decenni dopo, il periodo d’oro della creazione di aree protette in Italia, soprattutto negli anni ’80 e ’90.
«Ma prima ancora, ad evidenziare le indiscutibili valenze dal punto di vista floristico dell’alta valle del fiume Esino, erano stati botanici del calibro di Ballelli, Biondi, Pedrotti, Orsomando e Francalancia, i quali avevano individuato quest’area come una delle meglio conservate e più importanti dal punto di vista floristico e vegetale delle Marche. Infatti, proprio in questo territorio, esiste una concentrazione eccezionale di aree floristiche protette, come il Fosso della Malfaiera, i Pascoli del Monte Linatro, il Faggeto di San Silvestro, i Pascoli del Rogedano, il Bosco di Val di Sasso, i Pascoli del Monte Puro, quelli del Monte Gioco del Pallone e le Sorgenti del Fiume Esino», evidenzia Danilo Baldini della Lac Marche.
Non a caso, quindi, nel 1986, in questa zona venne creata l’Aula Verde di Valleremita, uno dei primi centri di educazione ambientale delle Marche, con lo scopo di far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni, il patrimonio floristico e botanico, con lo scopo di tutelarlo e preservarlo per poterlo poi trasmettere e renderlo godibile anche alle generazioni future. Nel 1995 l’Aula Verde venne anche riconosciuta dalla Regione Marche come CEA – Centro di Educazione Ambientale. Si tratta di un territorio peraltro in larghissima parte già tutelato per oltre 4.000 ettari dalla Foresta Demaniale dell’Alto Esino, dove vige il divieto di caccia.

«Inoltre, insistono sulla stessa area anche l’Oasi Faunistica di Valleremita, le Aree Floristiche Protette del Monte Rogedano, Monte Puro e Monte Linatro e più a sud le Aree Floristiche Protette del Monte Gioco del Pallone, di Pizzinetto di Mutola e del Monte Cafaggio, dove sgorgano le sorgenti dell’Esino. Anche per questo, tutta l’area è stata riconosciuta di grande importanza a livello comunitario e per la Rete Natura 2000, con l’istituzione delle ZSC del Monte Puro – Rogedano – Valleremita, delle Faggete di San Silvestro e del Monte Gioco del Pallone e del Monte Cafaggio e con la ZPS del Monte Gioco del Pallone, aree che si sovrappongono una sull’altra a dimostrazione della straordinaria valenza dal punto di vista floristico, faunistico e vegetale di questa zona», conclude Baldini.
Un territorio ritenuto importante sin dall’antichità, visto che nel corso dei secoli in pochi chilometri quadrati sono sorti eremi, conventi, abbazie, come l’Eremo francescano di Val di Sasso, sopra Valleremita, dove soggiornò anche San Francesco, il Monastero di San Silvestro sul Monte Fano, l’Abbazia di San Biagio in Caprile sopra Campodonico di Fabriano, l’Eremo di San Cataldo sul Monte Corsegno a picco sopra Esanatoglia, l’Eremo di San Pietro nei pressi delle sorgenti dell’Esino, il borgo antico di Palazzo, lungo la strada che da Esanatoglia porta a Fiuminata, oggi completamente restaurato e il bellissimo centro storico medioevale di Esanatoglia.