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Trasferimento scuola media, partecipata assemblea e momenti di contestazione

Non ci sarebbe altra soluzione alla questione legata al trasferimento della Giovanni Paolo II di Fabriano, nella palazzina comunale che ospita gli uffici dell’Anagrafe a partire dall’anno scolastico 2021/2022. Una soluzione osteggiata dai genitori, che hanno raccolto già oltre mille firme

FABRIANO – Non ci sarebbe altra soluzione alla questione legata al trasferimento della scuola media Giovanni Paolo II di Fabriano nella palazzina comunale che ospita gli uffici dell’Anagrafe a partire dall’anno scolastico 2021/2022.

Questo per tre anni, il tempo necessario per abbattere la vecchia sede – che ha indici di vulnerabilità sismica troppo bassi – e ricostruire una nuova struttura scolastica utilizzando i fondi della Protezione civile del post sisma dell’agosto-ottobre 2016.

I genitori si dichiarano contrari a questa ipotesi e non si escludono richieste di trasferimenti di massa dei propri figli in favore degli altri due istituti comprensivi cittadini. Si torna a chiedere incontro con Prefetto e Questore.

Si è svolto questo pomeriggio (21 ottobre) nella Sala consiliare a Palazzo del Podestà, l’incontro fra l’Amministrazione comunale di Fabriano, rappresentata dal sindaco Gabriele Santarelli e dagli assessori Cristiano Pascucci e Simona Lupini, e oltre 150 genitori in rappresentanza dei circa 300 studenti della scuola media. Leonardo Corrieri, rappresentante d’Istituto ha preso la parola per primo. «Abbiamo già raccolto 1.047 firme per dire “no” a questo trasferimento e proseguiremo perché nel progetto predisposto dall’Amministrazione comunale mancano 6 aule per i laboratori, più quegli spazi che vengono utilizzati per gli alunni diversamente abili. Una scelta drammatica e controproducente che non aiuta la scuola nel suo sviluppo didattico. Potrà avere un calo di iscrizioni a partire già dal prossimo gennaio e determinare effetti negativi anche in relazione al numero dei docenti e personale Ata. La nostra richiesta è quella di rimanere nell’attuale sede provvisoria di viale Zonghi, ex scuola Fermi, in attesa della costruzione della nuova sede. E per questo chiediamo di accelerare nell’abbattere e ricostruire il vecchio plesso scolastico. Se ciò non dovesse essere possibile, chiediamo di individuare un’altra sede».

Subito dopo ha preso la parola il sindaco di Fabriano. «La procedura per l’abbattimento e la ricostruzione della nuova scuola va avanti in base ai tempi dettati dagli iter burocratici previsti dalle normative per la ricostruzione post sisma. Dopo il primo passaggio all’Anac è stato individuato il progettista e stiamo valutando insieme a loro le soluzioni migliori. Si sta procedendo a passo molto spedito per arrivare il prima possibile ad avere tutto il materiale da inviare nuovamente all’Anac per poi fare la gara per l’assegnazione dei lavori. Per novembre speriamo di poter aver pronto il progetto, ma difficilmente riusciremo a completare tutto l’iter prima della prossima primavera. Ci troviamo costretti a rispettare un accordo già sottoscritto e con il quale il Comune ha assunto un impegno nei confronti dei commissariati di Polizia e Polizia stradale, oltre alla Tenenza della Guardia di Finanza, che attualmente occupano delle sedi dichiarate non idonee dall’ispettorato del lavoro. Hanno già concesso di far slittare oltremodo la consegna dei locali che sarebbe dovuta avvenire, da accordo, nel gennaio del 2019. La scelta dell’edificio che attualmente occupa l’Anagrafe, ufficio che eventualmente verrà spostato, dipende dal fatto che abbiamo preferito che le risorse che potrebbero esserci messe a disposizione vengano utilizzate su un immobile di nostra proprietà piuttosto che su un immobile privato. Quello di preferire immobili pubblici a quelli privati oltretutto è anche l’indicazione che ci arriva dalle norme legate al sisma».

Prima di scegliere questa sede, tante altre soluzioni sono state prese in considerazione, l’ultimo l’edificio del centro direzionale che si trova sopra il centro commerciale Il Gentile. «Abbiamo dovuto desistere sia per la difficoltà legata al fatto che è in mano a un liquidatore sia perché oltre alla sistemazione avremmo dovuto pagare l’affitto». In ultimo, il primo cittadino di Fabriano ha ribadito le sue accuse nei confronti della precedente Amministrazione, a guida Giancarlo Sagramola, ma anche della Prefettura. «Ribadisco che aver sottoscritto quell’accordo con quella tempistica è stato irrispettoso, irresponsabile e deprecabile. Non solo perché mancavano 4 giorni al ballottaggio, ma soprattutto perché a 8 mesi dal sisma del 2016 bisognava capire e considerare che quell’immobile sarebbe stato necessario per ospitare la scuola che già si sapeva dovesse essere abbattuta». E affermato a chiare lettere «che non ci troviamo di fronte a una scelta. L’accordo sottoscritto con le forze dell’ordine e i vincoli burocratici legati alla ricostruzione, di fatto, ci hanno legato le mani».

Il sindaco Santarelli e gli assessori Pascucci e Lupini

Giustificazioni che non hanno soddisfatto i genitori e che proseguiranno nel loro agire. Al loro fianco si schiera la dirigente scolastica, Stefania Venturi. «La scuola è con i genitori per garantire l’offerta formativa del nostro istituto, da sempre fiore all’occhiello della città. La Giovanni Paolo II ha sempre avuto un piano educativo completo, inclusivo. All’Anagrafe mancheranno i laboratori, spazi comuni e aule per permettere lavori in piccoli gruppi e con gli alunni con disabilità. Siamo anche preoccupati per le iscrizioni che si apriranno a gennaio prossimo. Occorrerà verificare se ci sarà un calo».

L’amara conclusione è dei genitori. «È un sacrificio immenso per tutti, ragazzi, insegnanti e tutta l’istituzione scolastica, quella che ci è prospettata. Allestire i laboratori in Biblioteca non è una strada percorribile. Insensibile non aver pensato ai nostri studenti diversamente abili, crediamo sia indice dell’indifferenza che si respira nella nostra società».

Uno spiraglio finale. La prossima settimana, il sindaco di Fabriano avrà un nuovo incontro in Prefettura e avanzerà la proposta per posticipare l’ingresso delle forze dell’ordine nella ex scuola Fermi.

Anche la dirigente scolastica e Leonardo Corrieri, rappresentante d’Istituto, hanno chiesto un incontro con il Prefetto e il Questore. «Voglio che mi dicano in faccia che non gli importa nulla del destino dei nostri figli e della potenziale occupazione che si potrebbe perdere se tutti noi decidessimo di trasferire i nostri figli. Noi non lo vogliamo, ma possiamo essere costretti».