FABRIANO – Legame sempre più stretto tra Alex Zanardi e il fabrianese Giorgio Farroni. I due, da anni compagni di stanza in Nazionale Paralimpica di ciclismo, saranno i punti di riferimento di un grande progetto chiamato “O3” rivolto agli atleti con disabilità.
«L’idea è stata di Alex, che poi mi ha coinvolto in questa iniziativa, di cui subito sono stato entusiasta – ci racconta Farroni. – Il proposito è quello di far conoscere lo sport paralimpico, far sapere ai tanti ragazzi e ragazze che si trovano in situazioni di disabilità, dalla nascita o per incidente, che esiste anche per loro la possibilità di fare sport. E che possono diventare sportivi a tutti gli effetti».
Giorgio, l’acronimo “O3” che cosa vuol significare?
«Sta per “obiettivo tre”. Cioè, l’obiettivo che ci poniamo attraverso questo progetto e di portare almeno tre nuovi atleti paralimpici ai Giochi di Tokyo 2020».
Come si delineerà questo progetto?
«Il primo passo sarà l’informazione. Il compito che mi ha affidato Alex è quello di girare per tutti i centri italiani di riabilitazione e midollari a promuovere lo sport paralimpico. Alex mi conosce bene e conosce la mia storia (Giorgio è emiplegico dalla nascita, cioè non controlla bene la parte destra del corpo, nda), sa che ho qualcosa da raccontare e sa che quello che ho ottenuto finora, la partecipazione a quattro Olimpiadi e due medaglie vinte, me lo sono conquistato solo con la mia ostinazione. Ecco, ora dovrò far capire a quei ragazzi a cui andrò a parlare, che attraverso lo sport anche loro possono emanciparsi dalle disgrazie, avute magari a causa di incidente. Ad esempio, facevano nuoto? Se sono ancora nelle condizioni di farlo, non devono abbandonare, perché possono continuare nel mondo paralimpico. Vogliamo che lo sport sia visto come un modo di aprirsi, per ritornare a vivere pienamente, senza piangersi addosso. Ecco, questo è il messaggio che vogliamo lanciare».
E quando comincerete?
«Subito. Il progetto è delineato e i fondi ci sono, con sponsor importanti. Una volta fatta informazione, valuteremo gli interessati e li metteremo in contatto con le società specifiche dei vari territori, dandogli i mezzi per allenarsi e migliorare. Ci tengo a precisare un particolare: lo sport paralimpico, per come lo intendiamo noi, deve essere lo specchio del mondo esterno, cioè, va avanti chi se lo merita e chi si impegna, senza pietismi».
Sappiamo che per far parte di questo progetto hai concluso anche il tuo rapporto di lavoro alla Whirlpool. Ma smetterai anche di correre?
«Alex desidera che io continui, così potrò essere un punto di riferimento reale per i ragazzi a cui andrò a parlare, un atleta azzurro in attività. Per il momento, però, non so con quale maglia continuerò a correre, visto che facevo parte del gruppo Forestale ma, ahimè, è stato chiuso con il Corpo, e i Carabinieri non hanno la sezione ciclistica. Per cui, forse, con le Fiamme Azzurre (le guardie carcerarie, nda), ma ancora non so».
DUE GRANDI SPORTIVI E COMUNICATORI
Alex Zanardi non ha bisogno di presentazioni: pilota automobilistico, poi paraciclista dopo il grave incidente, conduttore televisivo molto apprezzato, eccezionale comunicatore… Giorgio Farroni, fabrianese, classe 1976, emiplegico, è il suo compagno di stanza in Nazionale da alcuni anni e insieme hanno formato una coppia molto affiatata. Anche Giorgio è un eccellente comunicatore. Insieme, nel febbraio scorso, hanno dato vita ad una splendida serata al Teatro Gentile di Fabriano chiamata “Campioni di vita”, in cui è stato presentato anche il libro biografico di Farroni “C’era una volta il mago”. Anche attraverso lo spirito dello sport paralimpico, entrambi hanno trovato una eccezionale pienezza di vita: Zanardi ha conosciuto una seconda stagione di successi dopo l’incidente (cinque ori olimpici, otto mondiali su strada, iron-man e tanto altro…), Farroni ha trovato una sua consacrazione agonistica (per lui 28 titoli italiani, tre mondiali, quattro partecipazioni olimpiche con un bronzo e un argento) e personale (è sposato con Wandee e ha due bambini piccoli, Francesco di tre anni e mezzo e Cesare di due anni e mezzo).