FABRIANO – Primi effetti economici della pandemia sul Gruppo Fedrigoni, previste giornate di chiusura negli stabilimenti della divisione carta, coinvolti per le Marche: i due di Fabriano, che si fermeranno dal primo al dieci maggio compreso, e Pioraco, nel maceratese, dove si stopperà la produzione dal primo al 17 maggio compreso. La misura riguarderà per periodi differenti anche gli stabilimenti in Veneto, Trentino e Friuli. L’Ad e il top management si riducono lo stipendio del 30% in segno di solidarietà per i mesi più difficili.
«Questa mattina l’Amministratore delegato di Fedrigoni Marco Nespolo ha convocato in videoconferenza le rappresentanze sindacali locali e nazionali dei lavoratori per fare il punto sull’andamento del Gruppo, condividere gli impatti dell’emergenza globale Covid19 e presentare gli interventi che verranno messi in atto nei prossimi mesi.
«Prima che questa pandemia paralizzasse l’economia mondiale – ha dichiarato Nespolo – il Gruppo Fedrigoni ha mostrato di aver intrapreso un percorso virtuoso: il 2019 si è chiuso con risultati molto positivi, grazie agli investimenti e al piano di acquisizioni, come l’acquisizione del gruppo Ritrama, che ora stiamo integrando con il resto dell’organizzazione. Anche nel primo trimestre 2020 è proseguita la traiettoria di crescita. A seguito dell’emergenza Covid-19, il Gruppo ha, ancora una volta, dimostrato la sua solidità, garantendo piena continuità operativa a tutti i clienti nel mondo e tutelando, al contempo, le sue 4.000 persone, grazie all’implementazione delle misure di sicurezza necessarie, all’introduzione di un’assicurazione che tutela contro i rischi del Covid19 e all’erogazione di incentivi straordinari e premi anticipati a coloro che hanno dovuto lavorare in condizioni disagevoli». Il Gruppo Fedrigoni, che possiede anche le Cartiere Miliani, non è mai stato soggetto a stop in quanto identificato – codice Ateco – quale produzione strategica a livello nazionale.
Ora Fedrigoni si sta misurando con gli impatti economici della crisi, che stanno portando effetti asimmetrici tra le due divisioni dell’azienda. «Il mondo etichette autoadesive sta proseguendo la sua crescita, con un significativo aumento degli ordini a cui ha fatto fronte espandendo la capacità produttiva. La divisione carta è quella, invece, più impattata dallo shock di domanda: nonostante una performance migliore rispetto ai concorrenti diretti, nell’ultimo mese ha registrato un calo importante degli ordini e il Gruppo si trova, quindi, costretto a prevedere delle fermate temporanee in alcuni stabilimenti, per adattare la capacità produttiva alla domanda di mercato».
«Negli stabilimenti coinvolti dalle fermate – ha spiegato Nespolo – inviteremo i dipendenti, in primis, a fruire di tutte le ferie e permessi non goduti, per coprire i periodi di chiusura. Faremo, poi, ricorso alla cassa integrazione, che è lo strumento normativo messo a disposizione per l’emergenza Covid-19, per salvaguardare anche coloro che non dovessero avere ferie e permessi arretrati a disposizione. Valuteremo, volta per volta, forme di riconoscimento straordinario, per compensare chi sarà maggiormente impattato dalle chiusure». In segno di solidarietà, il CEO e il top management del Gruppo si ridurranno il compenso del 30% per questi mesi più complessi.
Relativamente alla fase 2 dell’emergenza, in attesa che le autorità annuncino le nuove misure richieste alle aziende per garantire la piena sicurezza sui luoghi di lavoro, il Gruppo ha già iniziato a valutare ulteriori precauzioni da introdurre in tutti gli uffici e negli stabilimenti, anche con l’ausilio di specifiche tecnologie. «Nel frattempo il Gruppo Fedrigoni prosegue comunque l’ambizioso percorso di crescita e trasformazione avviato, portando avanti tutti gli impegni, le iniziative strategiche e gli investimenti definiti nel nuovo piano industriale 2020-2023», si conclude la nota aziendale.