FABRIANO – Protestano i genitori dei circa 100 bambini iscritti alla scuola dell’infanzia Bruno Munari in via Don Petruio a Fabriano. Un plesso scolastico che è stato inaugurato due anni fa, ma che ha mostrato alcune criticità prontamente manifestate all’amministrazione comunale cittadina da parte degli stessi genitori.
La nuova scuola dell’infanzia Bruno Munari, ex Don Petruio, di Fabriano è stata finanziata interamente dallo Stato con circa 1 milione e 360 mila euro, nell’ambito della ricostruzione post sisma agosto-ottobre 2016. I lavori sono partiti il 27 ottobre del 2017. La nuova struttura ospita quattro sezioni per un totale di 120 alunni. L’edificio è stato costruito in due blocchi ciascuno per due sezioni e locali comuni: aula per le attività libere, mensa, cucina, spazio per l’assistente. Completano l’immobile un ampio spazio connettivo con una copertura a vetro di collegamento tra i diversi blocchi. Ad inaugurarla, fra gli altri, il 4 agosto 2018, l’allora leader del Movimento 5 Stelle, nonché vicepremier, Luigi Di Maio, e l’allora commissario per la Ricostruzione, Paola De Micheli.
Sicuramente un bell’esempio di ricostruzione veloce e in sicurezza. Ma ci sono stati alcuni particolari, di facile risoluzione, che ancora oggi non sono stati ultimati. In primis, le famiglie chiedono una manutenzione costante degli spazi esterni. L’erba tagliata è stata lasciata a seccare nel prato dove i bambini, circa 100 iscritti, potrebbero anche utilizzarlo – a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico, fissato al 14 settembre prossimo, salvo nuova emergenza legata alla pandemia da Covid-19 – sia per svago, ma anche come momento didattico.
I genitori, inoltre, richiedono il posizionamento di una pensilina sopra la porta d’ingresso del plesso scolastico. Questo per evitare che, quando piove, si verifichino infiltrazioni di pioggia nell’ingresso della scuola. Le richieste sono state avanzate all’Amministrazione fin dal giorno successivo all’inaugurazione anche per quel che riguarda la mancanza di alcune grondaie che, di fatto, sono alla base del fatto che i muri in questione si bagnino eccessivamente e che, quindi, l’acqua filtri all’interno.
«Più che la task-force con psicologi, sicuramente utile, chiediamo che si faccia in modo che le tutte le scuole di Fabriano possano essere pronte per tornare a ospitare, nel migliore dei modi, alunni e studenti. E questo vuol dire che tutti gli spazi, interni ed esterni, siano decorosi. Servono i fatti, non le parole», concludono i genitori.