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Imprese, città e territori resilienti: quando pubblico e privato lavorano in sinergia

Ospiti illustri al convegno organizzato a Fabriano da Piccola Industria Confindustria, Francesca Merloni, ambasciatrice di buona volontà dell’UNESCO, ha dato il benvenuto

FABRIANO – Grande successo per “Imprese, città e territori resilienti”, il convegno organizzato da Piccola Industria Confindustria in concomitanza con la XIII UNESCO Creative Cities Conference. È stata proprio Francesca Merloni, Ambasciatrice di buona volontà dell’UNESCO, una donna coraggiosa e visionaria, grintosa e creativa come l’ha definita il moderatore del Convegno, Michele Romano, a dare il benvenuto ai numerosi ospiti. «È bellissimo vedere questa città che rinasce – ha detto la Merloni -, questa tessitura di uomini, cose e materia. Il saper fare è qualcosa che mi appartiene e la creatività c’è in ognuno di noi, tutti abbiamo la medesima scintilla, ognuno secondo il proprio talento e la propria specificità».

Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche, ha sottolineato come l’impresa è per sua natura resiliente ma anche creativa come dimostrano gli 800 anni di storia di questo territorio «raccontati nella mostra Fabriano Industry Elements di recente inaugurata» e ha sottolineato l’impegno del sistema sul tema della responsabilità sociale dell’impresa.

È quindi toccato a Diego Mingarelli, Presidente di Piccola Industria Confindustria Marche e vice presidente nazionale con delega alla resilienza parlare dell’impegno di Confindustria per formulare una proposta di politica economica da presentare al governo in occasione della prossima finanziaria. «Obiettivo è proporre un piano di incentivi sulla prevenzione e sulla messa in sicurezza degli edifici, che potrebbe dare un forte impulso all’economia, in particolare all’edilizia industriale. La ratio è che conviene investire sulla prevenzione anziché spendere soldi per la ricostruzione in caso di calamità».

Il Convegno è entrato nel vivo con le testimonianze di Emilio D. Iannarelli del Dipartimento Protezione Civile – Ufficio Attività tecnico-scientifiche per la Previsione e Prevenzione dei rischi, e Roberto Cardinali, Responsabile PGE Confindustria che hanno spiegato come la collaborazione tra Protezione e Civile e Confindustria nel virtuoso PGE (Progetto gestione Emergenze) abbia portato risultati talmente positivi dall’essere riconosciuta come una best practices dall’Onu. «C’è un legame strettissimo tra imprese e territorio: nei momenti di difficoltà entriamo in crisi insieme. Lavorare con la protezione civile è entusiasmante: lavoriamo in sintonia perché abbiamo visione comune, forte orientamento al risultato, necessità di fare efficienza ed efficacia». «Lavorare con Confindustria? – gli ha fatto eco Iannarelli  – Uno dei pochi casi in cui non c’è bisogno di spingere, si corre insieme».

Particolarmente emozionanti le due testimonianze dei sindaci di due paesi colpiti dal sisma del 2016, Cristina Gentili, sindaco di Bolognola e Antonio Vallesi, sindaco di Smerillo. Alla domanda come siete usciti dalla tragedia del terremoto la sindaca Gentili ha dichiarato «Abbiamo chiuso la porta della negatività e aperto quello della positività, iniziando a lavorare tutti insieme». Dello stesso parere Vallesi: «Il terremoto sconvolge la vita di tutti, ma il tessuto della comunità è fondamentale e ci ha fatto capire le priorità». E sul PGE: «L’imprenditoria è veloce, la macchina statale è lenta».

Ultimo giro di tavolo con il racconto di tre imprenditori resilienti: il primo Fausto Bonelli, General Manager MCE Elettronica di Mercatello sul Metauro (PU): «Una bella responsabilità per un’azienda come la nostra che in un comune piccolissimo dà lavoro a oltre 100 persone: ecco perché la messa in sicurezza dell’azienda è stato per noi un must, anche se mettere a norma un capannone e renderlo antisismico mentre ci sono tante macchine in funzione – macchine che non possono prendere la polvere –  è stato un lavoro immenso, con dei costi importanti, ma era un mio cruccio: non potevo continuare a far lavorare i miei dipendenti in un ambiente pericoloso».

Sempre provocatore Francesco Casoli, Presidente Elica: «La strada che porta a Fabriano è disagevole? Lasciatela così! Le difficoltà, se riesci a superarle ti rafforzano. Come l’incendio: una grossa fortuna, ne siamo usciti molto rafforzati. Fabriano è riuscito a esprimere quello che ha espresso grazie a imprenditori geniali, e grazie al fatto che a Fabriano è difficile vivere. E’ da lì che viene la nostra forza».

E infine Enrico Loccioni Presidente Gruppo Loccioni di Angeli di Rosora (An) che ha raccontato come dopo l’esondazione del fiume Esino che allagò tutta la fabbrica, gli venne l’idea di adottare il fiume e realizzare il progetto i 2km di futuro, una virtuosa sinergia tra pubblico – «erano ben 16 gli enti che all’inizio avevano posto divieti» – e settore privato.

Le conclusioni a Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria, che ha parlato di un fil rouge che attraversa il paese e che infonde molta fiducia in tutti gli imprenditori:  «Dove l’impresa è riuscita a resistere, dove sono rimasti posti di lavoro, sono rimaste le comunità, i paesi non sono morti, è tornata la vita. Dove non c’è più impresa la comunità muore. L’esempio di un territorio come questo sia foriero di speranza per il nostro paese che sta attraversando un momento non facile».