Sport

Integrazione attraverso lo sport

Si chiama Atletico No Borders la squadra amatoriale di calcio a 5 di Fabriano composta per metà da migranti e metà da italiani. Mister Carlucci: «Vogliamo dare vita ad una vera integrazione attraverso l’impegno in una attività sportiva comune»

L'Atletico No Borders

FABRIANO – Mentre negli Stati Uniti il presidente Donald Trump tuona dicendo che “una Nazione senza confini non è una Nazione”, a Fabriano è nata una squadra di calcio a 5 che fa proprio della “assenza di confini” la propria identità.

Si chiama, infatti, “Atletico No Borders” il team multietnico – nato per iniziativa del Centro Sociale Fabbri e delle cooperative Gus e Vivere Verde – composto per metà da migranti richiedenti asilo e per metà da ragazzi fabrianesi. La squadra partecipa al campionato amatoriale over 18 organizzato dalla locale Acsi, in cui figurano altre sette formazioni del territorio fabrianese.

«La nostra squadra attualmente è composta da una quindicina di giocatori – ci informa l’allenatore Mirko Carlucci – tra i quali ci sono otto migranti provenienti da Senegal e Gambia. Di questi, per il momento solo quattro possono giocare le partite ufficiali, mentre gli altri quattro sono in attesa di documenti per essere tesserati e quindi si allenano soltanto».

Mister Carlucci, che cosa vi ha spinto ad allestire questa formazione?
«La volontà di dare vita ad una vera integrazione attraverso l’impegno in una attività sportiva comune. Si tratta di un progetto nato in collaborazione con due cooperative e che in futuro vorremmo far crescere ulteriormente. Abbiamo chiamato la squadra “No Borders” poiché secondo noi i confini non hanno nessuna importanza, sono soltanto linee tracciate da una matita».

Che spirito si respira in squadra?
«I rapporti sono ottimi. I ragazzi la stanno prendendo come una sfida per dire che c’è la volontà di integrarsi, dandosi una mano gli uni gli altri. In campo comunichiamo in inglese, che lo parlano e capiscono tutti. Ma se dobbiamo affrontare discorsi un po’ più complicati facciamo ricorso al mediatore linguistico».

E dal punto di vista prettamente calcistico?
«I ragazzi, tutti sotto i trenta anni, sono bravi tecnicamente, ma all’inizio non è stato facile amalgamarli, poiché si trattava di trovare l’equilibrio tra modi di giocare un po’ diversi. Infatti abbiamo perso le prime due partite. Poi però è cresciuta l’affinità in campo ed il gruppo è migliorato, sono arrivati due pareggi e la sospirata vittoria. Attualmente abbiamo cinque punti in classifica. Ci tengo a precisare che non andiamo in campo tanto per giocare, ma con il giusto spirito competitivo».

L’Atletico No Borders scenderà in campo domani, sabato 4 febbraio (ore 16 circa), alla Palestra Fermi di Fabriano contro il Drink Life ultimo in classifica.

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