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La proprietà del San Pietro Martire attribuito a Donatello potrebbe essere a rischio

L’ex sindaco di Fabriano, Roberto Sorci, carte alla mano, evidenzia come il Fondo Edifici di Culto, emanazione del Ministero degli Interni, possa prendersi la proprietà della statua lignea che, al contrario, potrebbe costituire un volano turistico per la città

Il San Pietro Martire

FABRIANO – «È da un po’ di tempo che sto osservando “strani” atteggiamenti degli Enti preposti, sul complesso di San Domenico di Fabriano e di conseguenza sulla famosa statua del San Pietro Martire, recentemente attribuita a Donatello, che momentaneamente dovrebbe essere presso un restauratore per il completamento del restauro dopo la mostra agli Uffizi». Questo l’incipit di un intervento dell’ex sindaco di Fabriano, Roberto Sorci, che potrebbe aver svelato un accordo che mette a rischio la proprietà comunale della statua lignea che, numerosi critici d’arte, attribuiscono a Donatello.

«Noto, con grande sorpresa che il Fondo Edifici di Culto, emanazione del Ministero degli Interni, rivendica la proprietà della Chiesa e addirittura il 29 maggio scorso, avrebbe effettuato un sopralluogo a Fabriano, per accertarne lo stato con tutto quello che ne consegue. Ho il privilegio di conoscere abbastanza bene la storia del Complesso di San Domenico, come quella di Sant’Agostino, perché già nel lontano 1993, come “giovane” assessore alla Cultura del Comune di Fabriano, ebbi un “lungo” braccio di ferro con il compianto e amato Vescovo di Fabriano Mons. Scuppa, che voleva inglobare le due chiese nelle proprietà della diocesi Fabriano-Matelica. Risultato finale, anche il Vescovo Scuppa, convenne che la proprietà era dello Stato e quindi del Comune. Come si evince da un documento dal 1993, a firma di Giancarlo Castagnari, quel periodo svolgeva la funzione di consulente per la biblioteca essendo andato in pensione e successivamente diventerà Sindaco, è inserita una clausola che precisa: le proprietà cedute, ritornano al FEC, o su richiesta di chi ha firmato il contratto o se le Chiese vengono dismesse dal Culto», evidenzia l’ex primo cittadino di Fabriano.

Le chiese di Sant’Agostino e San Domenico, sono ancora dedicate al culto (festa di Santa Rita, Santa Lucia), solo momentaneamente, hanno delle difficoltà, per i danni dal terremoto del 2016.

«Nell’atto, sono evidenziate anche le clausole, per quanto concerne i libri e gli oggetti d’arte: gli oggetti sono di proprietà statale, ma affidati al Comune. Aggiungo che in una recente tesi di laurea all’Università di Perugia, viene proposta anche, una suggestiva tesi, dove si ipotizza la collocazione del San Pietro Martire, in una parte della chiesa andata distrutta nei lavori del XVIII sec. E si propone anche l’ipotesi della persona che ordinò la committenza della statua del Santo veronese a Firenze. Quindi anche la statua di San Pietro Martire, farebbe parte dell’arredo sacro dedicato al culto. Vorrei ricordare inoltre a tutti, che la nostra Pinacoteca, ha diverse opere provenienti dalla Chiesa di San Domenico a cominciare dall’Orazio Gentileschi. Quindi, attenzione ad “attivare” percorsi che non si sa, quali effetti a cascata possano avere. Le Chiese sono state concesse al Comune di Fabriano, tanto è vero che San Domenico è una Rettoria – non una Parrocchia – assoggettata a norma particolare, secondo quanto previsto dal concordato. E su questo fa bene il Rettore di San Domenico, a ricordare, come ha fatto recentemente sulla bacheca della chiesa di San Domenico, gli impegni – nei confronti della Rettoria – del Comune».

Roberto Sorci si pone un interrogativo al quale occorre che qualcuno dia una risposta. «Come mai il FEC improvvisamente si è risvegliato per queste chiese che non ha neanche a catalogo nel registro (consultabile in rete) del FEC? Siccome sono un fabrianese, cerco di tutelare gli interessi della città. Vorrei ricordare a tutti, che anche il FEC, non ha un euro, basta vedere il suo bilancio, a meno che il Commissario Straordinario al Terremoto Delegato per i Beni Culturali Iannelli, non abbia promesso al FEC tanti soldi per il restauro delle Chiese, ma non mi pare che sia così».

In conclusione, un invito rivolto all’Amministrazione comunale e a chi può dare una mano a Fabriano. «Vediamo di “trovare” i soldi per completare il restauro del San Pietro Martire, ora che è consolidata la sua paternità, e riportarlo a Fabriano, per costruire, anche grazie alla sua presenza, una offerta culturale più interessante rispetto al passato». Il rischio concreto è che si perda, oggi, la proprietà del San Pietro Martire per un mero problema economico, rinunciando – in prospettiva – a incassi turistici importanti sapendolo valorizzare per richiamare visitatori e appassionati d’arte.