MATELICA – «Il Ministero della Salute non vuole riconoscere le sentenze che riconosce il mio danno da vaccinazione obbligatoria ed ora mi ha sospeso gli indennizzi, unica fonte di sostentamento». È con queste parole che Michele Cesari, 43enne di Matelica, costretto sulla sedia a rotelle da quando aveva 4 mesi, motiva le ragioni che lo hanno spinto a sporgere alcune denunce. Cesari che racconta di essere divenuto tetraplegico in seguito alla somministrazione della seconda dose del vaccino anti polio, si è visto sospendere gli indennizzi dopo una lunga battaglia giudiziaria iniziata negli anni ’90 e conclusasi nel 2014 in Cassazione dove era stata riconfermata la sentenza della corte di appello di Ancona che nel 2009 gli aveva, come spiega lui stesso «riconosciuto il diritto a percepire i tre indennizzi» (derivanti da tre leggi che disciplinano i danni da vaccino, la 210 del 92, la 238 del 97 e la 229 del 2005).
Il calvario di Michele Cesari era iniziato con febbre e debolezza muscolare e poi l’uomo era rimasto inchiodato alla sedia a rotelle, una condizione la sua che non gli consente di lavorare, anche se è riuscito a conseguire una laurea in Economia Bancaria.
Gli indennizzi, oltre che per vivere gli permettevano di pagare le ingenti spese dovute alla sua condizione: gli ausili che gli sono necessari (sedia a rotelle, auto ecc) e l’assistenza di ventiquattrore al giorno di cui ha bisogno da parte di quattro persone, che al momento gli viene fornita dalla mamma e dal fratello, mentre quando si sposta fuori casa deve essere assistito da almeno 3 persone.
«Il Ministero della Salute nel 2018 mi ha chiesto indietro parte degli arretrati in seguito a dei conteggi che hanno effettuando unilateralmente – spiega Cesari – ma con il mio avvocato ci siamo opposti. A novembre senza passare tramite un giudizio, o altro atto ufficiale, lo stesso Ministero ha sospeso gli indennizzi perché secondo loro ho percepito più del dovuto. La realtà però è ben diversa perché l’indennizzo derivante dalla Legge 238 non mi è stato mai pagato, nonostante ne avessi diritto, quello della Legge 229 è stato sospeso totalmente, preciso che lo prendevo solo per una certa quota, mentre quello della Legge 210 è stato sospeso in parte. Ci tengo a precisare che trattandosi di indennizzi vitalizi non possono essere nè pignorati e neppure sequestrati. Inoltre il Ministero mi ha negato l’accesso agli atti e per questo ho sporto querela nei confronti della dirigente del procedimento».
Michele Cesari ha sensibilizzato anche la politica su questo tema e nei giorni scorsi ha scritto una lettera al presidente della Repubblica e a Papa Francesco, ed ha in preparazione una interrogazione parlamentare.
«Sono stato danneggiato per un bene di interesse nazionale, il vaccino: è un pò come essere stato ferito in guerra – conclude – oggi però quello stesso Stato che mi ha obbligato a fare il vaccino non vuole riconoscere il danno e si riprende indietro quello che la corte di cassazione mi ha concesso privandomi dell’unico mezzo di sostentamento. Chiedo semplicemente giustizia non voglio niente di più e niente di meno di quello che mi spetta».