FABRIANO – Vicinanza a Fabriano come a tutte le Marche. Questa la rassicurazione di Giorgia Latini eletta in Parlamento, precisamente alla Camera dei Deputati, in qualità della sua prima posizione nel listino plurinominale Camera Marche 1 (Ascoli-Macerata-Fermo) per la Lega. Cresciuta a Fabriano, i suoi genitori titolari di una nota agenzia immobiliare, l’attuale assessore alla Cultura al comune di Ascoli, dove si è trasferita per amore, dopo essere stata assistente dal 2007 dell’ex ministro Renato Brunetta, Giorgia Latini è di fatto la terza parlamentare eletta riconducibile a Fabriano. Ed è la stessa esponente del partito di Salvini a ribadire che la città della carta potrà trarne solo benefici dalla sua elezione a Montecitorio.
«Sicuramente è una grandissima soddisfazione a titolo personale, ma non solo questo. Durante la campagna elettorale ho sempre spinto per conseguire un importante obiettivo, vale a dire quello di portare la Lega a un ottimo risultato. Le Marche, insieme all’Umbria e all’Abruzzo, rappresentavano Regioni fondamentali per il risultato nazionale della Lega. Quindi sono contenta di aver contribuito. Del resto, ne sono stata consapevole fin da subito. Si è sentita la voglia di cambiamento e il messaggio di Matteo Salvini, il nostro Capitano, è passato ed è stato accolto da milioni di elettori, compresi i marchigiani. Adesso, speriamo di riuscire a formare un Governo stabile per attuare il nostro programma che presenta punti molto importanti anche per i marchigiani».
La neo eletta parlamentare ha un pensiero anche per Fabriano. «Dal 2007 non vivo a Fabriano, ma questo non vuol dire nulla. Della mia elezione potrà beneficiarne anche la città della carta. Sono stata chiara in campagna elettorale, sarò rappresentante di tutte le Marche. La linea della Lega è stata quella di scegliere candidati del territorio, legati al territorio e con esperienza. Uno dei requisiti per poter accedere al Parlamento è necessario un percorso graduale che la Lega ha sempre preteso per i suoi candidati. Ed è stata una linea vincente. Non calati dell’alto, dunque, che poi non si vedono più, ma candidati che vivono il territorio a 360 gradi».