FABRIANO – Smetterla di piangersi addosso e di fare cattiva pubblicità. Rafforzare l’immagine delle eccellenze presenti. Questo il senso dell’intervento del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, in merito a quanto sta accadendo in questi ultimi giorni per il reparto di Pediatria dell’Engles Profili.
Emulo dell’allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, il primo cittadino di Fabriano, si lancia nel più classico dei: «Non ci sto». E rompe il silenzio in materia di sanità. «Non ci sto a questo gioco al massacro. Ripetere come un mantra che il nostro ospedale rischia di chiudere o di essere smantellato non serve a nessuno e, anzi, lo rende ingiustamente inappetibile agli occhi di quei professionisti che a oggi, essendo pochi, hanno la possibilità di scegliere dove andare», l’incipit del post su Facebook del sindaco di Fabriano.
«Il nostro ospedale ha delle eccellenze nei reparti di Chirurgia che richiamano pazienti da fuori Regione e da tutta la Vallesina. Il Pronto Soccorso è diventato il riferimento della alta Vallesina dove i cittadini preferiscono rivolgersi al reparto di Fabriano piuttosto che andare a Jesi. I problemi del reparto Pediatria, e a cascata di quello Ostetricia, non possono diventare la vetrina decadente dell’intero Ospedale».
Quindi, ciò che ha fatto. «Nell’ultimo consiglio comunale ho annunciato che sono riuscito a far riunire i sindaci nell’Assemblea di Area Vasta che si terrà il 6 giugno su mia richiesta. Ho invitato i gruppi di minoranza a formulare un testo per integrare quanto andrò a dire e a chiedere. Spero che mi arrivi qualcosa. Ho invitato il Direttore di Area Vasta, Maurizio Bevilacqua, a venire a riferire al prossimo consiglio comunale del 7 giugno, e il Direttore ha accettato. Non è mai accaduto che il Direttore venisse a riferire in pubblico e la sua presenza in questo momento è particolarmente importante perché in quella sede dovrà anche prendersi degli impegni».
La chiosa finale sembra indirizzata verso quelle forze politiche che continuano a vedere tutto a tinte fosche. «Non ci sto a far diventare tutto questo una questione ideologica e motivo di scontro. Se vogliamo bene al nostro ospedale dobbiamo anche essere capaci di raccontarlo esaltandone le qualità senza per forza di cose scadere sempre nel vittimismo».