FABRIANO – Situazione difficile per le due unità operative rispettivamente di medicina interna e post-acuzie e di medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale Engles Profili di Fabriano. A evidenziarle, il capogruppo di Associazione Fabriano Progressista, Vinicio Arteconi.
«Trattare insieme tali reparti è d’obbligo. La loro interdipendenza, in base al requisito della cosiddetta omogeneità-funzionale, è sancita dalle vigenti disposizioni (in particolare, il Decreto regionale 423/2014). In virtù di tale normativa il personale della unità Pronto soccorso dovrebbe assicurare la copertura dei turni notturni e festivi per tutta l’area medica. Il personale della unità di Medicina interna avrebbe, d’altra parte, il compito precipuo di coprire le ore diurne, integrandosi con la guardia notturna mediante il solo servizio di pronta disponibilità. Senonché da circa due anni non è più possibile realizzare quanto previsto a livello istituzionale a causa dei vuoti di organico. Nell’insieme, purtroppo, le due unità operative, sprovviste, inoltre, ciascuna del primario, sono sottorganico di tre unità», evidenzia Arteconi.
Al Pronto soccorso dell’ospedale di Fabriano ci si rivolge anche utenza residente delle zone limitrofe dell’Alta Vallesina e di località extra-regionali. «Tutto ciò non può non avere conseguenze sul reparto di Medicina interna. Difatti se i codici bianchi e verdi, come è noto, sono gestiti direttamente dal personale del Pronto soccorso, gli altri codici, gialli e rossi, riferibili alle patologie più complesse di competenza della medicina interna, comportano consulenza e spesso ricoveri in tale unità operativa. Una semplice lettura dei dati disponibili è sufficiente per rendersi conto della costante crescita dei ricoveri in area medica. Nel primo semestre di quest’anno si sono difatti intensificati del 14%, con un tempo medio di degenza pari a 6,2 giornate, che si traduce in un elevatissimo aumento del turn-over a fronte di una media nazionale del 7,3. Ne discende che la copertura della guardia medica notturna e festiva non può e non deve, come purtroppo è avvenuto nel corso dell’ultimo anno, essere assicurata con turni aggiuntivi extra-orario di servizio e con una reperibilità sostitutiva quando non integrativa della guardia».
Anche perché, continuando in questo modo, «si sospendono ambulatori indispensabili alla continuità delle cure e si interrompono attività specialistiche quali la pneumologia e l’endocrinologia per la mancata sostituzione degli specialisti andati in pensione. Se non bastasse, si ingolfano e si affollano le tanto deprecate liste di attesa».
In ultimo, Arteconi riserva un passaggio sulle strutture residenziali territoriali. «Le riteniamo rilevanti nella gestione complessiva della sanità per il ruolo di supporto sociale che svolgono. Ci riferiamo alla Residenza Sanitaria Assistita (RSA) e alle cure intermedie del presidio di Sassoferrato e alle residenze protette (RP) di Cerreto D’Esi, Fabriano e Sassoferrato, troppo spesso trascurate o sottoutilizzate. Esse rappresentano invece un valido servizio. Da un lato possono concorrere a decongestionare l’elevato turn-over della medicina e dell’ospedale tutto. Dall’altro possono costituire un’efficace risposta al complesso bisogno assistenziale che tante famiglie avvertono di fronte a un loro anziano malato e dipendente».