Diventare “influencer”: questa una delle aspirazioni che meglio caratterizza la società odierna e che induce ragazzi più o meno giovani ad intraprendere la strada del business on-line per cercare il successo.
Parliamo di una vera e propria nicchia professionale avanguardista, alla quale corrisponde uno stile vita che implica vestiti firmati e viaggi verso mete d’élite, un sistema moderno che si autofinanzia grazie alla crescita dei followers su Instagram ed ai loro apprezzamenti.
Ne abbiamo parlato con Antonio Murro, un giovane aspirante influencer, che ci ha aperto le porte di questo mondo. Scopriamo chi è attraverso le sue parole, la sua vita, il suo profilo social, che attualmente vanta oltre 17mila seguaci su Instagram, per arrivare al suo profilo reale, quello che vi si cela dietro.
Raccontaci un po’ di te.
«Sono un ragazzo di 28 anni come tanti altri: lavoratore, fidanzato, con tanti sogni nel cassetto». Pugliese di origine e trasferitosi a Fabriano nel 2001, Antonio è un ragazzo dai grandi valori, dallo sguardo umile, molto legato alla sua famiglia ed alle sue origini. «Sulle prime ero molto rigido nel posare, ma non ho mollato e col tempo mi sono sentito sempre più a mio agio. – ci confessa – Ho deciso di intraprendere questa strada sfidando me stesso, mettendomi alla prova, per affrontare e superare la mia timidezza e soddisfare la mia voglia di emanciparmi. Mi stuzzicava molto l’idea di potermi togliere delle soddisfazioni solo con le mie capacità e soprattutto grazie a qualcosa che amo fare.».
Qual è il tuo lavoro primario?
«Lavoro in un’Azienda locale e mi divido tra l’ufficio ed il servizio consegne della merce. Non mi credo affatto un “influencer”, sono ancora all’inizio, molto distante da quelli che sono i miei punti di riferimento e quindi faccio forza su questa mia consapevolezza per imparare ogni giorno di più. Ormai va di moda definirsi tali, ma io cerco semplicemente di portare avanti questa mia passione per la Moda perché mi diverte, poi sarà la vita a definire il mio ruolo».
E probabilmente questa tua passione per gli abiti affonda le radici nel passato…
«Ho un ricordo in particolare che è rimasto vivissimo nella mia memoria, quando mio padre da piccolo mi portò a fare shopping con lui ed io scelsi due pantaloni che tra tutti mi piacevano di più, per poi scoprire che erano i più costosi del negozio. Il commento della commessa a mio padre fu “Suo figlio ha proprio gusto!”, e mio padre nonostante il conto salato non riusciva a non guardarmi con una certa soddisfazione. Forse è un po’ questa la sensazione che mi si è attaccata addosso e che inconsapevolmente mi fa da forza motrice».
Com’è nata la tua attività di influencer in parallelo al tuo lavoro?
«Dopo una lunga storia di fidanzamento, in un periodo di grandi cambiamenti, mi ha scritto un fotografo se avessi voglia di posare per lui per il suo portfolio e da lì è partito tutto. Ma già precedentemente avevo partecipato come comparsa in una fiction e fatto vari casting in diverse agenzie tra Bologna, Milano e Roma per tentare di lavorare come modello, perché il mio scopo era restare a contatto con il mondo della Moda.».
Quanto tempo dedichi a questa attività che coltivi in contemporanea?
«Abbastanza, diciamo tutto il tempo libero che ho a disposizione. Naturalmente sfrutto al massimo i weekend, durante i quali non lavoro, sia per fare i servizi fotografici che per viaggiare».
Com’è cambiato il tuo stile di vita? Sempre che un cambiamento ci sia stato.
«Non mi sento affatto cambiato. Devo ammettere che tendo a frequentare di più locali in voga per cercare di ampliare i miei contatti, questo sì, ma ho sempre apprezzato la bella vita, quindi non ho cambiato abitudini. I miei amici sono sempre gli stessi, non sono una persona che cambia giro a convenienza, andrei contro me stesso. Anche nell’approccio con gli altri cerco di fare del mio meglio, ricevo messaggi quotidianamente e rispondo sempre a tutti. È questo stile di vita che si sta adattando a me, non io ad esso».
Cosa significa per te arrivare a potersi sentire in diritto di definirsi influencer?
«Il problema sta alla base, e risiede nel fatto che oggi tutti si credono degli influencer semplicemente perché riescono a far salire esponenzialmente i loro seguaci. Per come la vedo io invece è un grande passo: un influencer è un’ispirazione per gli altri, un leader trainante nel mondo della Moda, con una marcia in più rispetto ai modelli standard che si limitano ad indossare e presentare i capi, quando in passerella, quando in pubblicità, ma a quello si circoscrive il loro ruolo».
Qual è il social che preferisci?
«Instagram. Lo preferisco a Facebook perché mi permette una maggiore qualità di espressione. Mi piace condividere i miei scatti, il mio quotidiano, le mie passioni, i miei viaggi, cerco di immortalare sempre i momenti della mia vita in cui mi sento felice per trasmettere qualcosa agli altri e far conoscere quella parte di me che magari dalle foto più commerciali emerge meno».
Che genere di capi sponsorizzi più frequentemente?
«Capi classici e tendenzialmente eleganti, anche perché li adoro particolarmente, quindi ricerco io stesso quello stile in cui mi sento me stesso. Mi piace molto anche il settore degli accessori e della gioielleria maschile, infatti sto per collaborare con brand di orologi e con uno di bracciali».
Qual è secondo te l’accessorio più importante per un uomo?
«La giacca, senza alcun dubbio. È vero che l’abito non fa il monaco, ma è vero anche che una giacca ben indossata dà sempre il suo valore aggiunto».
Chi è la tua fonte d’ispirazione?
«Stimo molto Mariano Di Vaio e lo seguo con ammirazione, perché mi ritrovo nel suo stile e aspiro un giorno a rappresentarlo anch’io come lui, con la sua classe spigliata».
Gli influencer sono costantemente vittime del cyberbullismo, attaccati su più fronti, criticati per i loro guadagni, giudicati negativamente e presi di mira dagli Haters. A te è capitato?
«Io fino ad ora non ho mai avuto problemi di questo genere, ma qualora mi capitasse non mi fermerebbe. Se una critica è costruttiva mi aiuta a crescere, se non lo è allora va solo ignorata. Penso che le persone che perdono il loro tempo a riversare odio sui social siano persone frustrate che parlano per invidia, in realtà sono una fonte di stimolo ad andare avanti per la mia strada».
Va sempre più di moda cercare di attirare followers attraverso il proprio profilo Instagram. In questo mare di influencer e aspiranti tali, grazie a quali doti vorresti ti distinguessero?
«Mi piacerebbe molto essere descritto come una persona solare e positiva, perché è così che realmente mi vedo io e spero di riuscire a trasmettere la mia indole ancor prima del mio aspetto e dei capi che indosso».
Ci sveli i tuoi progetti futuri?
«Ne ho tanti di progetti, tutti chiusi lì in quel famoso cassetto! Di certo mi piacerebbe molto riuscire a rendere questa attività il mio lavoro primario, a vivere di questo, e magari in futuro riuscire anche ad aver un brand tutto mio, chissà…».