FABRIANO – «Noi non torneremo a rifornire di materiale il cantiere Quadrilatero se prima non avremo riscosso i crediti», queste le parole dei due rappresentanti del comitato delle ditte sub-appaltatrici di Astaldi, per le Marche Emanuele Pepe e per l’Umbria Albano Morelli, che hanno incontrato il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, al margine del sopralluogo per il riavvio dei cantieri.
«Ci aspettavamo di meglio. Abbiamo riscosso una piccola-grande promessa da parte del ministro Toninelli secondo la quale istituiranno un tavolo nel quale proveranno a inserire all’interno del decreto Sblocca cantieri delle risorse per coprire i crediti che noi vantiamo. Speriamo che ciò avvenga velocemente perché noi abbiamo pochi giorni di attesa. Altrimenti torneremo a fare delle manifestazioni eclatanti».
Secondo i due rappresentanti delle circa 40 imprese che vantano crediti fra i 40 e i 60 milioni di euro nei confronti di Astaldi, «abbiamo subito un’ingiustizia incredibile. Noi non torneremo a rifornire il cantiere. Anzi, nutriamo dei grossi dubbi sul fatto che il cantiere riparta effettivamente. Auguriamo tutto il bene del mondo ad Astaldi, ma secondo noi c’è il rischio concreto che possa riaccadere, nuovamente, quello che è già successo a noi. È lo stesso film, non è cambiato nulla. Un’azienda fallisce, si riparte da zero e i creditori rimangono in braghe di tela».
Le imprese facenti parte del comitato creditori di Astaldi mantengono la posizione di non riprendere i lavori fino a quando non verranno individuati percorsi che permettano di vedere onorati i propri crediti e superate le incertezze e le difficoltà che rimangono tutte sulle certezze di riscuotere i servizi e le forniture effettuate e su chi sarà in grado di garantire i pagamenti. Dunque, provvedimenti eccezionali. «Per questo abbiamo chiesto di inserire nel DL Sblocca cantieri che le opere strategiche che risultano ferme o rallentate a causa di procedure concorsuali del contraente generale e/o dei suoi affidatari è istituito, entro 20 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, un tavolo di crisi tra il MIT, la stazione appaltante, le Regioni interessate dall’opera, gli organi della procedura e i rappresentanti delle imprese. Il tavolo di crisi dovrà consentire la tempestiva ripresa dei lavori coinvolgendo, prioritariamente, le imprese sub-affidatarie già titolari di contratti. Al fine della ripresa dei lavori è consentito alla Stazione Appaltante di pagare direttamente alle imprese sub-affidatarie il corrispettivo delle opere che saranno eseguite per l’ultimazione del cantiere; corrispondere direttamente alle imprese sub-affidatarie già titolari di contratti le somme maturate per gli stati di avanzamento lavori non corrisposti dal Contraente Generale e/o dai suoi affidatari a causa dell’intervenuta procedura concorsuale», la piattaforma di rivendicazione.
In sostanza i creditori, hanno apprezzato la disponibilità del Presidente Conte, del Ministro Toninelli e dei Presidenti delle Regioni Ceriscioli e Marini, ma chiedono che vengano ricercate soluzioni appropriate rendendosi disponibili a completare l’opera nei tempi più brevi possibili, «ma dopo aver definito i crediti vantati e le nuove regole contrattuali onde evitare una ulteriore e drammatica penalizzazione che sta portando alcune aziende al fallimento, con la perdita di centinaia di posti di lavoro». Il coordinamento convocherà a breve una riunione di tutte le imprese sia per verificare gli sviluppi che per decidere eventuali iniziative.