FABRIANO – Altri 4 fusti di cromo esavalente, una sostanza altamente tossica per l’uomo e per l’ambiente ritrovati nell’area del ponte Mariani, comune di Genga, nell’ambito dei lavori del Progetto Quadrilatero, maxi lotto n. 2 che consiste nel raddoppio della SS. 76 Fabriano-Serra San Quirico e nella realizzazione della Pedemontana delle Marche Fabriano-Muccia. I lavori del raddoppio SS: 76 rischiano, dunque, un ulteriore rallentamento. Anche se questa volta, l’area interessata non è stata posta sotto sequestro. Intanto si è già svolto un summit in Regione, alla presenza dell’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli. E un altro, convocato dal sindaco di Genga, Marco Filipponi, si svolgerà mercoledì 3 novembre.
Altri fusti
Un raddoppio molto travagliato fra aziende che sono fallite, nuovi affidamenti, concordati e ritrovamenti di fusti interrati contenenti la pericolosissima sostanza del cromo esavalente. Addirittura con il ritrovamento di qualche giorno fa, altri 4, si arriva complessivamente al numero di dieci. Gli ultimi quattro rinvenuti nel corso dei lavori di bonifica, con l’assessore regionale Baldelli che si è mosso subito convocando i tecnici. L’area, di 1 chilometro, non è stata nuovamente sequestrata dall’Autorità giudiziaria. Ieri in Regione il primo tavolo convocato dall’assessore con delega alle Infrastrutture, Francesco Baldelli, con Comune di Genga, provincia di Ancona, Arpam e Quadrilatero per capire come adoperarsi per mettere in sicurezza la zona ed evitare un allungamento dei tempi del cantiere. «Una soluzione – riferisce l’assessore Baldelli – potrebbe essere rappresentata dall’impermeabilizzazione della roccia risultata contaminata in quanto fessurata, oltre alla rimozione dei bidoni e dei terreni in prossimità. Nel frattempo è necessario confinare gli elementi inquinati per evitare che possano contaminare ulteriori porzioni di terreno». Per mercoledì prossimo, intanto, il sindaco di Genga, Marco Filipponi, ha convocato nuovo vertice a Genga con tutti gli organi preposti. Ed evidenzia come, quasi sicuramente, servirà un altro piano di caratterizzazione da redigere e approvare per la bonifica dell’area e un nuovo studio del sottosuolo in prossimità del ritrovamento, con raggio d’azione ancora più ampio e profondo. Al momento, sembra scongiurato il rischio inquinamento, ma occorrerà attendere per esserne sicuri. I lavori al viadotto Mariani – unico tratto bloccato nell’ambito del raddoppio della SS 76 con 1 chilometro di strada deviata sulle altre due corsie perché il viadotto proprio non c’è – non potranno ripartire a breve. «Mercoledì – conclude l’assessore Baldelli – si terrà un nuovo incontro, sul posto, con Regione, Provincia, Comune, Arpam e Quadrilatero per capire le modalità di messa in sicurezza permanente la strada al fine di riattivare quanto prima i lavori per il completamento dell’infrastruttura».