FABRIANO – «Adesso basta, troviamo soluzioni». È categorico l’incipit del comitato dei residenti di via Carlo Urbani a Fabriano. Al centro della loro forte protesta, l’ennesima, le pessime condizioni in cui versano gli appartamenti di edilizia residenziale a canone concordato che, secondo l’Erap e non solo, sarebbero dovuti essere il “fiore all’occhiello”.
«È dall’anno 2012 che le abitazioni di via Carlo Urbani manifestano una serie di problemi strutturali i cui interventi di manutenzione non sono stati del tutto risolutivi. I piano terra, soprattutto, in virtù del terreno adiacente che risulta sopraelevato in rapporto al fabbricato e le fognature prive di pendenza che non consentono il normale confluire delle acque piovane, continuano a subire danni su danni», scrivono nella nota.
Non solo infiltrazioni che danneggiano mura, pavimenti e mobili, «ma anche muffe che se pur trattate puntualmente con appositi prodotti, tornano regolarmente a ripresentarsi mettendo a rischio la salute dei residenti. Necessiterebbero di una soluzione definitiva anche le tubazioni degli scarichi delle acque nere che, sottodimensionate, necessitano dell’intervento di spurgo almeno ogni tre mesi».
Un altro problema che dovrebbe essere risolto al più presto è quello relativo al riscaldamento. «Così come sempre sostenuto anche dal vicesindaco di Fabriano, Ioselito Arcioni, l’impianto centralizzato dovrebbe essere suddiviso per consentire a ciascun residente di disporre liberamente del proprio impianto andando così a corrispondere il costo dell’effettivo proprio consumo senza accolli di dispersioni».
Non va meglio per le aree verdi «che versano in stato di abbandono e di degrado costringendo i residenti a cautelarsi in vari modi per fronteggiare la presenza di topi e serpentelli vari».
Per ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, è anche il costo elevato dell’affitto che, se pur da sempre ventilato da più parti, ancora non è stato diminuito. «Vale ricordare allora, non solo che i danni sopra esposti pongono i residenti a continui costi di manutenzione, ma anche che gli appartamenti in questione dovrebbero essere stati locati a famiglie con reddito Isee compreso tra un minimo di 20 mila euro e un massimo di 36.950 euro e che, allo stato attuale, quasi nessuno degli abitanti rientra in tali fasce di reddito dalle quali sono invece ben distanti. Tali canoni elevati risultano essere, infatti, simili a quelli del libero mercato e quindi non affatto sostenibili, anzi, rappresentano un ulteriore problema che si ripercuote sulla vita stessa dei residenti», conclude la nota di questi cittadini di Fabriano che si sentono di serie B.