FABRIANO – Salame di Fabriano, l’iter per ottenere la certificazione Dop viene messo in stand-by dall’Amministrazione comunale. «Una scelta poco opportuna, visto che l’ottenimento della certificazione Dop era la naturale prosecuzione di un percorso che si era originato con la revisione del disciplinare di produzione del salame; è bene evidenziare che a tale revisione avevano collaborato i soci del Consorzio, il presidio Slow Food (regionale e nazionale) e la struttura regionale per il tramite dell’Assam», il commento del capogruppo consiliare del Pd, Giovanni Balducci, che nella precedente Amministrazione comunale si era occupato della questione quale assessore all’Agricoltura e, quindi, Presidente del Consorzio.
«Il Comune è il detentore del marchio collettivo “il Salame di Fabriano” ed è contemporaneamente socio del Consorzio: una tale decisione, correttamente, doveva essere discussa e condivisa in un confronto nell’assemblea dei soci. Il percorso che si era iniziato era volto all’ottenimento di un prodotto le cui caratteristiche di qualità rimanessero inalterate ma, contemporaneamente, fosse incentivante per le quantità prodotte al fine di generare un’economia (allevamento-trasformazione-commercializzazione) per nuovi posti di lavoro. La sintesi di ciò, come detto, era stata ottenuta con il coinvolgimento diretto di tutti i soggetti interessati; a riprova di ciò nell’attuale produzione il presidio Slow Food è stato mantenuto così come tutte le caratteristiche peculiari e di eccellenza del prodotto stesso».
Ad oggi, oltre ai tradizionali produttori, è stata costituita una nuova società, la Sa.di.Fa., che trasformando in un laboratorio a marchio CE, può varcare i confini territoriali per la commercializzazione.
«Si è poi ipotizzato di avviare l’iter per richiedere la certificazione Dop per un ulteriore salto di qualità, consapevoli che il salame storico si fregiasse ancora (così come testimoniato dai fatti) del marchio Slow Food».
Nei giorni scorsi, però, una lettera proveniente dal comune di Fabriano e indirizzata al Consorzio ha, di fatto, messo in stand-by tutto.
«Già il 31 luglio scorso si erano avute le avvisaglie di questa decisione. Quando, cioè, sono stati azzerati i 3mila euro di contributo allo stesso Consorzio per la promozione del prodotto. Ora, la lettera. Mi chiedo, ma come facciamo a fare economia se non c’è marketing? Eppure avevamo trovato una giusta sintesi. Ora, ci auguriamo che si tratti di uno stop temporaneo. Perché – conclude Balducci – sono certo che uno sviluppo economico in questo comparto sia necessario ed auspicabile».