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Fabriano: la Banca degli occhi fiore all’occhiello della Regione Marche

Dal 1 agosto 2012, considerata la dotazione di nuovi laboratori in classe “B-GMP” (clean room), è stato possibile ampliare l’attività della struttura con la conservazione degli opercoli cranici prelevati presso le Unità di Neurochirurgia, in attesa del loro trapianto ad uso autologo

Ospedale di Fabriano

FABRIANO – La Banca degli Occhi all’interno dell’ospedale Engles Profili di Fabriano rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello della Regione Marche. E la storia, condita da numeri in costante crescita, sono lì a testimoniarlo.

«Il sensibile incremento dell’attività della Banca degli Occhi, nata nel 2002 con sede nell’ospedale di Fabriano, insieme alla necessità di adeguamento alle nuove direttive europee, ha reso necessaria l’istituzione di una nuova sede, inaugurata il 21 gennaio 2012 presso la stessa struttura ospedaliera. Dal 1 agosto 2012, considerata la dotazione di nuovi laboratori in classe “B-GMP” (clean room), è stato possibile ampliare l’attività della struttura con la conservazione degli opercoli cranici prelevati presso le Unità di Neurochirurgia, in attesa del loro trapianto ad uso autologo», si legge in una nota diffusa dalla direzione sanitaria.

Responsabile della Banca degli Occhi è la dottoressa Franca Sprega, la cui attività si svolge in sinergia con i colleghi Francesca De Pace e Atanassios Dovas, coordinatori regionali rispettivamente delle regioni Marche e Umbria, tra le quali è operativo un protocollo d’intesa per la fornitura di tessuti per trapianto. Nel 2005 è stato inaugurato un nuovo laboratorio dedicato alla preparazione delle membrane amniotiche isolate dalle placente donate da partorienti in corso di parto cesareo programmato. La copertura del fabbisogno regionale ed extra-regionale di cornee è stata sempre garantita nel corso degli anni.

In particolare, nel 2016, sono state raccolte 430 cornee, delle quali 105 sono state destinate a trapianto. Nello stesso anno sono state raccolte 5 placente provenienti dall’U.O. Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Fabriano. All’attività di trapianto sono stati destinati 52 pezzi di membrana amniotica di varie dimensioni, applicati in campo oftalmologico, dermatologico e chirurgico delle ferite difficili. Nel 2016 sono stati prelevati, processati e conservati 61 opercoli cranici ad uso autologo, provenienti dalle Unità di Neurochirurgia delle Aziende Ospedaliere di Ancona e Pesaro, dei quali 30 sono stati riposizionati.

Gli strumenti presenti all’interno della Banca degli Occhi (OCT e Microcheratomo) hanno permesso di mantenere inalterata la qualità delle cornee pretagliate distribuite per DSAEK. La Banca degli Occhi ha recentemente acquistato uno stereomicroscopio munito di monitor e la dotazione di ferri chirurgici specifici per la realizzazione di lembi corneali per DMEK, che verranno distribuiti durante l’anno corrente non appena sarà terminata la fase di messa a punto della tecnica di isolamento endoteliale da parte dei biologi della struttura.

Sono anche stati organizzati corsi itineranti relativi al processo di donazione dei tessuti oculari all’interno dei centri di prelievo della Regione Marche e congressi a livello regionale e nazionale. Inoltre è stato stipulato il gemellaggio tra la Banca degli Occhi della Regione Marche e la Banca degli Occhi di Atene. La struttura è formata da locali moderni, funzionali, ben attrezzati composti da due laboratori dedicati, rispettivamente, alla processazione delle cornee, delle membrane amniotiche e degli opercoli cranici secondo i nuovi parametri internazionali GMP. Inoltre ci sono ambienti riservati alla conservazione dei tessuti e dei reattivi necessari all’intero processo, dotati di apparecchiature di ultima generazione, un laboratorio di criogenia per la conservazione, in vapori di azoto, delle membrane amniotiche a –160°C.

Infine, un’auto dedicata al servizio di trasporto dei tessuti, garantito nelle 24 ore da personale addetto. «La Banca degli Occhi ha influito anche sullo sviluppo della sensibilità collettiva che ha permesso l’aumento delle donazioni».