FABRIANO – La statua lignea del San Pietro Martire di Donatello (XIV sec) è tornata nella sua Fabriano. È l’unica opera del Maestro, valore un milione di euro, attualmente presente nelle Marche e si trova presso la Pinacoteca civica. La scultura è arrivata a Fabriano nei giorni scorsi dopo essere stata sottoposta a un’opera di restauro condotta a Firenze da Anna Fulimeni, sotto la direzione scientifica di Pierluigi Moriconi, storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Da sempre custodita nella chiesa di San Domenico, la statua era stata tradizionalmente ritenuta fino a pochi anni fa un’opera ottocentesca.
Era in uno stato di forte degrado, poiché alterata da cadute di colore e da verniciature realizzate nel corso dei secoli, che l’avevano completamente snaturata. Ora sarà possibile ammirarla nella sua naturale cromia e quindi nel suo aspetto originario. «L’opera che giunge al termine di un lungo restauro di 4 anni – spiega la direttrice della Pinacoteca Francesca Mannucci – rappresenta un’occasione felice per la nostra città e avrà certamente una ricaduta importante dal punto di vista culturale e turistico attirando curiosi, turisti e appassionati a Fabriano».
Il San Pietro Martire – santo domenicano vissuto nel Duecento, famoso predicatore e acerrimo nemico delle eresie – resta l’unica opera di Donatello attualmente presente in tutte le Marche. È stata collocata presso la Pinacoteca civica “Bruno Molajoli” di Fabriano, che è stata recentemente riallestita e ospita una ricca e prestigiosa collezione di arte medievale, moderna e contemporanea. Un ritorno segnato dal lavoro congiunto tra Ministero dell’Interno e quindi Prefettura di Ancona, Soprintendenza e assessorato alla Cultura del Comune di Fabriano. «In questo anno di chiusura della Pinacoteca dovuta al Covid – aggiunge la direttrice – in realtà abbiamo lavorato molto, sia con piccoli lavori di restyling e tinteggiatura delle pareti sia con il restauro dell’opera di Carlo Bononi, proveniente da Brera, accolta di nuovo alla Pinacoteca dopo il prestito per la mostra di Gentileschi. Sia con il termine della prima campagna di restauri della collezione degli arazzi finanziata da Sabap Marche, per cui abbiamo provveduto a un riallestimento della collezione. Tanto lavoro che speriamo di portare presto alla luce appena la Pinacoteca tornerà in attività. Certamente dopo il Covid intendiamo offrire un grande evento per la fruizione dell’opera di Donatello e per apprezzare le altre collezioni presenti in sede».
Il primo a riconoscere la mano dello scultore fiorentino era stato Fabio Marcelli, docente di Storia dell’arte presso l’Università di Perugia, seguito da molti altri studiosi che hanno dato credito e confermato questa attribuzione, fra cui Giancarlo Gentilini, massimo esperto del tema. La scultura era stata presentata come opera certa di Donatello nella mostra “Fece di scoltura di legname e colorì. Scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze” tenutasi a Firenze 4 anni fa e curata da Alfredo Bellandi.