FABRIANO – Fronte comune e trasversale, politicamente parlando, per difendere la sanità dei comuni dell’entroterra. Questo è, probabilmente, l’unico obiettivo centrato a seguito della seduta del consiglio comunale di Fabriano convocato proprio sui temi della sanità. Assise che ha visto la totale assenza di tutta la classe politica regionale e dei vertici dell’Asur. Presenti, invece, molti primi cittadini che già lunedì 20 gennaio si ritroveranno a Fabriano per la riunione degli stati generali dei comuni montani convocata dal sindaco, Gabriele Santarelli.
«Sala consiliare gremita per il Consiglio comunale monotematico sulla sanità dell’entroterra. Finalmente il territorio inizia a unirsi sui problemi comuni che l’entroterra sconta sulla propria pelle in maniera trasversale nei territori del Pesarese, dell’Anconetano e del Maceratese. C’è piena consapevolezza della necessità di unirsi per fare massa critica e far sentire forte la voce di una parte di Regione che si sente inascoltata e che chiede attenzione. Lunedì 20 gennaio a Fabriano ho convocato la prima riunione dei sindaci in preparazione degli Stati Generali dell’Entroterra che dovrà avere come obiettivo la stesura di un documento programmatico da far sottoscrivere ai candidati alle prossime elezioni in Regione», annuncia Santarelli.
E che i Sindaci questa volta non siano più disposti ad ascoltare semplici parole, è abbastanza chiaro. Un problema in più per tutte le forze politiche in vista delle regionali della prossima primavera. «Abbiamo subìto uno schiaffo dalla Regione che ha chiuso reparti e tolto servizi. Sono quasi 4 anni che giornalmente seguo la sanità. Va sempre peggio. Tante promesse, nei fatti nulla. La cosa più brutta è che siamo disarmati, come sindaci, in questa materia eppure la salute è un diritto. Dobbiamo unirci, come città, per fare qualcosa. Dobbiamo lavorare per salvare tutto», le parole del sindaco di San Severino, Rosa Piermattei.
«Negli anni, senza preavvisi, tanti reparti sono stati chiusi. Siamo ospedale di comunità post acuzie per chi proviene dagli ospedali di Camerino, San Severino e Fabriano con 40 posti letto. Nella realtà non è stato attuato il tutto. Non c’è un atteggiamento di attenzione per i territori montani. Siamo stati anche in IV Commissione regionale. Ultima spiaggia: la privatizzazione, come a Sassocorvaro e Cagli. Ma nulla, nemmeno il privato arriva. Sosteniamo l’azione comune dei sindaci della zona montana», gli ha fatto eco il primo cittadino di Matelica, Massimo Baldini.
«Forse per la prima volta, dopo anni, l’entroterra comincia a parlarsi e riflette sulle problematiche comuni. Crisi del lavoro, sanità, spopolamento, le nostre criticità che sono il risultato di un campanilismo che non ha portato a grandi risultati positivi. Non avremo più l’ospedale sotto casa, ma abbiamo diritto a un servizio capillare, con servizi giusti, per tutta la popolazione, dai giovani agli anziani. Va bene riorganizzazione, ma con chiarezza, trasparenza e vogliamo dire la nostra. Si sta penalizzando i residenti e mortificando le professionalità che lavorano in questi ospedali», il j’accuse del sindaco di Camerino, Sandro Sborgia.
«Sulla sanità non stiamo chiedendo nulla di illegittimo. Il nostro territorio è disagiato eppure come gettito fiscale ha dato molto alla Regione negli anni d’oro. Qualcuno si è dimenticato di questo. Dobbiamo riconoscere a quest’area una identità al di là dei numeri. Serve la volontà politica. O facciamo qualcosa o Branca e Foligno ci massacrano», l’amara constatazione del sindaco di Esanatoglia, Luigi Bartocci.
«La sanità è un problema che va oltre i confini comunali. L’entroterra è in difficoltà. Sassoferrato fa parte dell’Area delle Strategie interne, riconosciuto come problematico per orografia e viabilità. Con Area Vasta sento parlare di numeri che non sono dalla nostra parte. Il nostro territorio ha bisogno di qualcosa di diverso delle logiche aziendalistiche», ha chiosato il primo cittadino di Sassoferrato, Maurizio Greci.
«Dobbiamo essere più determinati in sede di riunioni di Conferenza dei sindaci di Area Vasta, essere fermi e mettere un punto per far capire alla Regione che vogliamo dire la nostra. Le nostre strade pesano e non vogliamo essere condannati a pagare il fatto di essere cittadini di serie B a livello infrastrutturale», ha concluso il sindaco di Genga, Marco Filipponi.
In coda, i rappresentanti politici di Fabriano, come Andrea Giombi, di Fabriano Progressista. «Non credo che si debba seguire la provocazione di far dimettere i Sindaci del territorio, ma invece penso che i Sindaci debbano fare una azione politica condivisa proprio per dare vita alle Aree Vaste Montane, volte alla tutela della sanità nel territorio montano».
Sulle condizioni dell’ospedale Engles Profili, Vinicio Arteconi (Associazione Fabriano Progressista), «il Profili ha 4.500 metri quadrati inagibili causa sisma, i reparti sono accorpati. Si vuole solo risparmiare. Mancano 40 infermieri. Per non parlare della SS 76. Con il Punto nascita chiuso hanno tagliato le radici e costretto a portare i bambini appena nati altrove». E Renzo Stroppa (Partito Democratico), «si stanno mortificando i medici costretti a lavorare tra carenza di servizi e di personale».