SASSOFERRATO – “Ciabatte Rosse – uno sguardo in più sull’anziana fragile e la violenza nascosta del femminicidio da farmaci” questo il tema di un interessante incontro con il neurologo Ferdinando Schiavo, svoltosi a Cabernardi di Sassoferrato, nei giorni scorsi. Location la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Spinelle colma di una folta ed eterogenea platea che, con attenzione, ha ascoltato e, in alcuni casi, ha rivissuto dolorose esperienze personali.
Spesso accusato di condurre una battaglia contro i farmaci in generale, Schiavo ha esordito precisando in modo inequivocabile che non intende assolutamente demonizzare i farmaci «bensì il loro uso a volte poco attento per non dire sconsiderato, che non tiene conto della loro influenza negativa su alcuni neuromediatori cerebrali, né dell’interazione con gli altri medicinali o alimenti che il soggetto già assume. Non tutti i medici, infatti, hanno compreso l’importanza di alcune elementari nozioni gerontologiche: una persona di 80 anni e oltre è molto diversa da una di 60 o 40 anni, la sua storia clinica è spesso complicata, ha necessità di essere supportato da più frequenti rivalutazioni mediche e da revisioni degli stessi farmaci. Si chiama riconciliazione: mettersi attorno a un tavolo periodicamente e valutare se lo schema farmacologico va modificato, a esempio. La complessità è la regola quando ci si prende cura dei vulnerabili», ha evidenziato il relatore dell’incontro promosso dal Caffè Alzheimer di Sassoferrato.
«Lo scenario attuale – ha proseguito Schiavo – espone peraltro le donne, rispetto agli uomini, non solo per il miglior tasso di sopravvivenza, a un livello di fragilità più esteso rispetto ai cinque “anni guadagnati”; a un più elevato consumo di farmaci a cui rispondono in maniera differente e soffrendo peraltro in maggior misura di eventi avversi legati proprio al loro uso. E ancora. I farmaci sono testati su persone giovani e quasi tutte di genere maschile e solo raramente sugli anziani. Le anziane, di conseguenza, pagano un doppio prezzo poiché usano farmaci che non sono stati sperimentati in modo adeguato né sulle donne né sulle persone anziane. Essere uomo o donna, quindi, fa molta differenza quando si parla di salute».
Da tutte queste constatazioni e dall’esperienza personale di quasi cinquanta anni di professione spesso orientata spontaneamente – dalla parte dei vecchi – è nato il libro “Malati per forza”, che Schiavo ha presentato e illustrato, e il Progetto di Supervisione di un campione di ospiti in istituti e centri diurni per anziani “Uno sguardo in più sull’anziano fragile in casa di riposo e in diurno”, il cui titolo finale è cambiato in “La strage delle innocenti”.
«Abbiamo discusso di femminicidio di persone anziane attraverso l’uso inadeguato dei farmaci oppure medianti silenziosi comportamenti di omissione, favoriti certamente dal persistente clima e atteggiamento di razzismo dell’età, l’ageismo, anche questo nascosto, che fa leva su un pregiudizio discriminante sulla persona anziana basato semplicemente sul fattore età. Assieme al sessismo e al razzismo è uno dei vari “ismi” del nostro tempo, da cui tuttavia differisce perché tutti noi saremo potenzialmente vittime dell’ageismo, se vivremo sufficientemente a lungo».