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A Sassoferrato una mostra su Pietro Paolo Agabiti, alla scoperta del Rinascimento

Sono 16 le opere che potranno essere ammirate dal 25 luglio al 14 settembre. «Non solo una retrospettiva sull'artista, ma la presentazione del contesto rinascimentale», spiega uno dei curatori Alessandro Delpriori

Un'opera di Pietro Paolo Agabiti

SASSOFERRATO – Un percorso alla scoperta del Rinascimento a Sassoferrato e nei suoi dintorni. È quanto si propone la mostra ospitata a Palazzo degli Scalzi a Sassoferrato dal 24 luglio al 7 novembre prossimo incentrata sulla figura di Pietro Paolo Agabiti, artista sassoferratese attivo in tutta la valle tra il Sentino e l’Esino, come pittore, scultore ed architetto tra il Quattrocento e il Cinquecento al tempo dei Della Robbia e di Raffaello.

Complessivamente 16 opere che potranno essere ammirate dal 25 luglio al 14 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 15:30 alle 18:30; dal 15 settembre al 7 novembre, dal giovedì al martedì, dalle 10 alle 13 e dalle 15:30 alle 18:30. «Oggi presentiamo una mostra “di territorio”. In questo periodo inauguriamo iniziative di altissimo livello che valorizzano gli artisti marchigiani e allo stesso tempo il contesto di riferimento. In questo modo creiamo un circuito di grande valore che come Regione sosteniamo con convinzione perché abbiamo a cuore la crescita delle piccole ma molto attive realtà dell’entroterra. Sassoferrato costituisce in questo senso un esempio. I luoghi della cultura hanno sofferto troppo a causa della pandemia e oggi, nel rispetto delle norme anticovid, devono restare aperti e accessibili a tutti», ha evidenziato l’assessore alla Cultura Giorgia Latini.

«Ripartire dall’arte, dopo il Covid, in uno dei borghi più belli d’Italia come il nostro è estremamente significativo. Attraverso la cultura vogliamo valorizzare il nostro territorio e su questo obiettivo ci stiamo impegnando da diverso tempo. La mostra è una valida occasione in più per attrarre turisti. La stagione è partita. La tragedia della pandemia ha dato a molti l’opportunità di scoprire le tante perle nascoste del nostro Paese», gli ha fatto eco il sindaco di Sassoferrato Maurizio Greci.

La mostra

Pietro Paolo Agabiti nasce intorno al 1470 a Sassoferrato e dopo la sua formazione in Veneto, nella bottega di Cima da Conegliano, conosce lo stile di Marco Palmezzano e a quello si ispira per i suoi dipinti più importanti. È perciò un artista un po’ isolato nel panorama locale, ma capace di opere scenografiche e accattivanti, spesso di qualità sostenuta e gioca un ruolo importante nella cultura figurativa di queste valli. Pitture e sculture raccontano una storia spesso straordinaria, di un artista curioso che seppe lavorare accanto ai grandi del suo tempo, come Luca Signorelli a Lorenzo Lotto, prendendo da ognuno qualcosa, ma rimanendo sempre fedele a sé stesso. Tra le novità più interessanti della mostra, oltre alle opere come la Consegna delle chiavi a San Pietro, Pesca miracolosa, Sacra conversazione, Quo Vadis (predella) custodite nella chiesa di San Pietro di cui vengono chiarite datazioni e attribuzioni, c’è la scoperta di nuove personalità artistiche, come l’Anonimo di San Bartolomeo  (non più tanto anonimo), che nel 1510 dipinse la pala per l’altar maggiore della chiesa omonima e poi il Maestro di San Pietro, un allievo di Raffaellino del Colle che si era formato probabilmente ad Urbania nel cantiere dell’Oratorio del Corpus Domini e che poi lavorò anche a Jesi e ovviamente a Sassoferrato, visto che è lui l’autore della pala dell’altar maggiore della chiesa di San Pietro ora appesa in controfacciata sopra la bussola d’ingresso, ma in questo caso spostata in mostra. Oltre a questo, la mostra delinea anche la figura di Pietro Paolo Agabiti come scultore. I documenti non sono molto chiari in merito, ma seguendo la tradizione settecentesca e ottocentesca, si è potuto attribuire a questo artista una serie di opere di qualità altissima, come Il Cristo e angeli della chiesa di San Facondino, che dimostra come la formazione in Veneto sia stata importante anche per la produzione plastica. La mostra è curata da Alessandro Delpriori e da Lucia Panetti che si sono avvalsi anche degli studi di Mattia Giancarli e Anita Spuri.

Il curatore

«Una mostra su Pietro Paolo Agabiti, non è solo una retrospettiva su un artista del luogo, noto più agli addetti ai lavori che non al grande pubblico, è più che altro la presentazione di un contesto rinascimentale ricco e ancora poco conosciuto, che vale la pena di studiare e di vedere a fondo. Si è scelto, quando possibile, di lasciare le opere nel loro contesto, non solo per aiutare il visitatore a scoprire angoli poco noti della città, ma anche per dimostrare che le opere d’arte andrebbero sempre studiate e viste nei luoghi per cui queste sono state pensate e realizzate. Sassoferrato è una città ricchissima, chiese, palazzi e monumenti che raccontano una storia assai più interessante di quanto non sembri», ha concluso uno dei curatori, Alessandro Delpriori.