CERRETO D’ESI – Nuovo plesso scolastico a Cerreto D’Esi, il Partito comunista dei lavoratori ha organizzato un’assemblea pubblica per discuterne. L’appuntamento è per questa sera, alle 21, nella sala degli Stemmi. Sono stati invitati i cittadini, i genitori, docenti e consiglio di istituto.
«Dopo quattro mesi di inattività politica la giunta ha “stranamente” modificato la delibera già approvata lo scorso luglio, cambiando la procedura per l’affidamento del progetto. È stato tolto impropriamente o, forse volutamente, il concorso di idee e dato il via libera alla procedura aperta. Così non si potranno più valutare i progetti che arriveranno, ma si valuteranno i progettisti tramite una commissione che attribuirà loro un punteggio in base a delle linee guide prestabilite nel bando. Quindi non si visioneranno i progetti, ma solo il progetto finale già redatto dello studio che avrà più punteggio, tutto questo per risparmiare 2 o 3 mesi di tempo», il j’accuse del consigliere comunale del Pcl di Cerreto D’Esi, Marco Zamparini, inserito nel volantino di presentazione dell’assemblea pubblica.
«La scusa di accorciare i tempi cambiando la procedura di affidamento del progetto non regge, a noi questo cambio di direzione desta degli enormi sospetti. Ci vorrà almeno un anno e mezzo solo per la progettazione e l’aggiudicazione, ma secondo noi non saranno rispettati e i tempi saranno ancora più lunghi, e poi tutto il periodo della costruzione del nuovo polo. Quindi di fatto le future generazioni dovranno stare nelle attuali bare di cemento con altissimo rischio sismico, non vogliamo esagerare per almeno altri 6-7 anni, se bastano. Stiamo parlando di scuola, non della gestione delle mense o dei trasporti, ma di un nuovo polo che deve essere all’avanguardia sotto ogni aspetto. Useremo dei soldi pubblici e li dobbiamo usare al meglio», prosegue l’affondo.
Non una questione personale, ma politica. «Visionare il progetto doveva essere la priorità assoluta, la via maestra, con la commissione di esperti (proposta da noi due volte e sempre rigettata) si sarebbe dato un vero supporto ai progettisti e avremmo avuto la scuola di tutti, frutto di chi la scuola la vive. Il progetto per noi non era un optional, era di fondamentale importanza poterli visionare e che ci fosse una collaborazione attiva di più professionisti per crearne uno ad hoc, perché la nuova scuola – conclude Zamparini – rappresenta il futuro, il fulcro più importante dove si formano gli uomini e le donne di domani».