FABRIANO- A un anno dall’insediamento, la parola a Simona Lupini, consigliera regionale di Fabriano eletta per il Movimento 5 Stelle.
Dodici mesi dalla sua elezione e dall’ingresso nell’aula del Consiglio regionale, le emozioni della prima seduta?
«È stato un cambio di prospettiva: io vengo da anni di lavoro a contatto con i problemi delle famiglie. Non mi aspettavo di essere catapultata in questa dimensione: sento la responsabilità di rappresentare un territorio, una comunità politica, e tutto un mondo, quello della sanità e dell’assistenza sociale, che ha bisogno di nuove risorse e di nuovi progetti».
In questo primo anno di attività, come si sono svolti i lavori fra aula e commissioni?
«Oltre che consigliera regionale, sono stata anche eletta vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, una delle più importanti e impegnative. La Regione si trova in una fase di passaggio complessa: il Covid ovviamente ha assorbito e assorbe ancora oggi molte energie, i temi sanitari in generale ci hanno impegnato e ci impegneranno moltissimo. Il nuovo Piano Sanitario dovrà disegnare l’assetto di cure ed ospedali per i prossimi anni, e oltre a discutere tra politici ci sono tantissimi operatori (dirigenti, ospedali, sindacati, associazioni di malati) che ascoltiamo costantemente. Purtroppo, c’è sempre il rischio che una discussione importante finisca in un muro contro muro tra centrodestra e PD per piantare la bandierina: la maggioranza poi spesso rallenta il ritmo dei lavori per andare sul sicuro, e così ci troviamo a discutere mozioni vecchie di mesi, a volte anche su argomenti urgenti».
L’attività che l’ha resa più orgogliosa?
«Di questo primo anno di lavoro, io e la mia collega capogruppo, Marta Ruggeri possiamo essere abbastanza soddisfatte. Tante nostre proposte sulla sanità, il sociale, l’ambiente sono state approvate, spesso anche all’unanimità. Altre volte, con le nostre idee abbiamo seminato un po’ di scompiglio tra le certezze del centrodestra e del centrosinistra. Sono felice di aver ottenuto dal Consiglio l’approvazione di mozioni e ordini del giorno come quelle che impegnano la Giunta a riordinare il sistema dei Consultori, a riaprire la partita dei Punti nascita, a investire nei servizi di psicologia pubblica e neuropsichiatria infantile, a chiedere un nuovo quadro fiscale per lo sviluppo delle Marche. E poi, la battaglia a fianco degli operai di Elica, lavorando a contatto costante con il Mise e la viceministra Todde, per arrivare a un tavolo di crisi e far sentire la presenza dello Stato a fianco dei lavoratori».
Il suo rammarico?
«Il mio obiettivo è che il sociale non sia più il fanalino di coda delle politiche regionali, ma l’istanza principale di una società democratica. A questo ho dedicato il mio primo anno in Consiglio, con fatica ma anche grandi soddisfazioni: se c’è un rammarico è che i bisogni che ci vengono segnalati, i fronti su cui agire sarebbero davvero tanti, e non sempre è facile trovare una soluzione pronta per ogni situazione».
Un voto alla Giunta Acquaroli?
«Un primo anno difficile, in ruoli inediti: c’è stata disponibilità al confronto da parte loro, ma anche alcune provocazioni inutili, come quelle sull’aborto. Aspetteremo al varco la Giunta su temi molto concreti, come il nuovo Piano Sanitario: vedremo se le esigenze del mondo socio sanitario saranno davvero ascoltate».